Europeisti, attenti ai cambiamenti climatici e ai diritti umani. È questo il quadro sui giovani under 35 che emerge dai questionari condotti da Scomodo, un progetto editoriale composto da under 30 che ha presentato i risultati dell'indagine nella sede della Stampa Estera a Roma. La ricerca, sostenuta dalla Fondazione Friedrich Ebert, è stata portata avanti in vista delle elezioni europee e si basa sulla risposta di circa 10 mila under 35 e sull'analisi di 168mila post su X e quasi 90mila lanci di agenzia sul dataset ANSA.
I numeri fotografano una realtà nella quale i giovani italiani sentono di far parte di una comunità: il 65% di loro, infatti, si di chiara europeista o fortemente europeista e il 53% vedrebbe come un "evento terribile" l'ipotesi dell'uscita del nostro Paese dall'Unione europea. Un dato che, secondo il direttore del Campo ricerca Giacomo Stroppa, è "connesso alle conseguenze dirette che ha avuto la Brexit sul Regno Unito nel 2020". Il sentimento di appartenenza all'Ue si manifesta anche in quel 40% di under 35 che si percepisce allo stesso modo europeo e italiano, ma questo non basta per far sì che i giovani abbiano anche fiducia nelle istituzioni e nel futuro.
Secondo i questionari, infatti, il 39% sostiene di avere "scarsa fiducia" sia nella classe politica italiana che in quella europea e l'83% è convinto che i nostri leader, una volta seduti a Bruxelles, li rappresentino "poco o nulla". Un riscontro "particolarmente preoccupante" per la direttrice editoriale Cecilia Pellizzari, che testimonia il bisogno di "una generazione inascoltata" per la quale "le proprie istanze e preoccupazioni vengono ancora prese troppo poco sul serio dalla politica". Istanze come quella del cambiamento climatico, che per il 94% degli under 35 italiani è la preoccupazione maggiore in assoluto, seguita dall'aumento dei prezzi (90%) e dalla salute mentale (83%), dato - quest'ultimo - associato "a una diffusa condizione di precarietà del lavoro" secondo Edoardo Bucci, direttore editoriale di Scomodo.
Tra i valori che rappresentano l'Unione europea, invece, il 74% dei giovani sceglie la libertà di movimento piuttosto che la democrazia, ferma al 43% delle preferenze, o il welfare sociale (28%). Ma gli under 35 non sono disposti a barattare questi pilastri con la difesa dei diritti umani. Secondo il 73% degli intervistati, infatti, l'Ue dovrebbe fare accordi soltanto con quei Paesi che li rispettano: c'è un "consenso trasversale" nel "voler integrare questi criteri nell'agenda politica dell'Unione", istituzione che viene percepita non solo come "un'unione economica, ma anche come un'entità impegnata nel promuovere e difendere i diritti fondamentali delle persone a livello globale".
Secondo Cecilia Pellizzari, direttrice editoriale, questa "forte sensibilità" finisca spesso "per non trovare una rappresentanza in dinamiche politiche partitiche". E si ritrova anche nelle intenzioni di recarsi alle urne: nonostante il 57% degli under 35 dichiara che sta pensando di andare a votare, solo il 35% si ritiene informato in maniera sufficiente per farlo.
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