Riformare un'Europa "liberticida" e farla smettere di "invadere" le nostre vite. Il sindaco Cateno De Luca, leader di Sud Chiama Nord, affronta il fine campagna elettorale appellandosi alla necessità della sua lista "post ideologica", che punta a rottamare un'Ue che ci sta "espropriando".
"Abbiamo un club in Europa che sta trasformando l'agricoltura in impianti eolici e fotovoltaici. Tra poco saremo espropriati anche dalle nostre case, con la nuova Imu europea", ha affermato al Forum ANSA il leader di Sud chiama Nord, candidato e promotore di Libertà, la lista che racchiude in sé ben 19 simboli. Le numerose sigle sono unite, ha ricordato De Luca, dall'urgenza del tema pace e dalla necessità di valorizzare il made in Italy.
Il 'sindaco d'Italia', non la manda a dire. E oltre la certezza di raggiungere e superare lo sbarramento del 4 %, è pronto a boxare contro il sistema. La politica in Europa per il sindaco di Taormina è diventata un "grande teatrino", tutti i partiti politici "sono coinvolti in grandi lobby affaristiche" e poi "a pochi mesi" dal voto "cercano di darsi un tono di sovranismo", ha affermato. La "gente è schifata", le parole di De Luca.
Noi "stiamo cercando di far capire che non votare" significa "essere complici del sistema, perché i voti il sistema ce li ha". Insomma per il sindaco d'Italia serve "meno Europa e più Italia", e anche sulla guerra, il commento sui piani europei non è tra i più favorevoli: In Ue "manca una comune diplomazia, non si può parlare di pace" in questo modo.
"La nostra ricetta è più benzina nei trattori e meno nei carrarmati", spiega De Luca.
Anche "il patto Nato andrebbe riformato", perché per il sindaco e parlamentare della regione Sicilia, non si può "pensare di essere tenuti al guinzaglio". Insomma, l'Italia non si farebbe valere abbastanza, nell'Alleanza e in Ue: "I vagiti della Meloni sono finiti in malo modo". In prospettiva serve "restituire sovranità agli Stati". Il leader di Sud Chiama Nord, non pensa però solo all'Europa, soprattutto non abbandonerà la sua terra, anzi: "Io, a differenza di Meloni, sono un federatore" e durante questa campagna elettorale "sono andato in Italia a cercare voti per gli altri candidati (della lista Libertà, ndr)".
Quindi De Luca non lascerà lo scranno del comune, e sulla prossima tornata siciliana, è certo: "Farò il presidente della Regione la prossima volta" e "sarò il leader di un movimento civico nazionale che parte dal meridione e mette insieme finalmente le forze anti-sistema". Nel rush finale il primo cittadino non risparmia il governo: In Italia ci sono "truffatori del voto, come Meloni e Salvini. Aspettiamo ancora l'abolizione del canone Rai, della Fornero e delle accise. Chi tutela gli italiani dai truffatori del voto?", ha chiesto con serietà.
Lapidario sulle riforme: "Io farei la legge sul premierato al contrario". In generale, premierato, autonomia e separazione delle carriere sono "le tre supercazzole del governo Meloni", ha detto senza giri di parole il leader. "Votare Libertà significa avere una alternativa che non è invischiata in un sistema malato che rasenta la mafiosità", le parole di De Luca che per chiamare a raccolta i suoi nell'appello al voto ha avvertito: "Stiamo rischiando una dittatura 4.0", bisogna "impedirla".
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