(di Rosanna Pugliese)
Olaf Scholz ci aveva messo la
faccia: c'è il suo volto sui manifesti elettorali in Germania. E
dunque queste elezioni europee, nella Repubblica federale, dove
la Cdu si è affermata come primo partito, e l'ultradestra ha
sorpassato i socialdemocratici, sono uno "schiaffo al
cancelliere". Con il voto del 9 giugno, anche i tedeschi si sono
spostati più a destra. E questo a poche ore dal risultato
scioccante arrivato dall'Austria, dove gli estremisti del Fpo
sono risultati per la prima volta in vantaggio su tutti.
"È un grande successo per noi. E un disastro per i partiti del
governo del Semaforo", ha commentato euforico il leader dei
democristiani Friedrich Merz, il quale ha subito aggiunto: "Ma
questa è anche una grave sconfitta per il cancelliere, che ha
fatto campagna personalmente sui manifesti come Kanzler della
pace". Nelle seconde file, Carsten Linnemann e Jens Spahn hanno
evocato perfino la questione di fiducia, per aprire la strada
alle urne. "Scholz resta cancelliere", la replica ferma di
Saskia Esken, copresidente dei socialdem, dove i responsabili di
partito hanno ammesso lividi di "non aver puntato" su un
risultato del genere e di dove ancora "analizzare" il voto.
Mentre Tino Chrupalla, leader di Afd, ha esultato per l'esito
"da record" dell'ultradestra, che ha corso senza capolista, a
causa dei diversi scandali che hanno colpito Maximilian Krah.
Stando alle proiezioni della serata pubblicate dall'emittente
pubblica ARD, i democristiani di Friedrich Merz, alleati con la
Csu bavarese, confermano il grande vantaggio annunciato da tempo
dai sondaggi con un 30,3% (nel 2019 erano al 28,9). E c'è un
netto scatto in avanti dell'ultradestra di Afd, che raggiunge il
16% (era all'11%) ed è primo partito nell'est del Paese. Ben due
punti in più dei socialdemocratici di Scholz, che col 13,9%
peggiorano rispetto al risultato già molto deludente di cinque
anni fa (15,8), archiviando il peggior dato mai registrato alle
europee.
Crollano i Verdi, che hanno raccolto un magrissimo 11,9% (nel
2019 erano addirittura al 20,5), resistono i Liberali, dati al
5% (5,6) e si afferma il nuovo partito di Sara Wagenknecht con
un 6%, conquistato fin dalla partita di esordio. Infine frana la
Linke, che l'attivista Carola Rackete non è riuscita a salvare
dal naufragio: 2,7% (era al 5,5%). "La destra avanza ovunque.
Anche in Italia con Meloni, in Francia con Le Pen, non solo qui.
La situazione è nera. Questo mi fa paura per il futuro e anche
per il presente", il commento dell'ex attivista, divenuta nota
per le azioni di salvataggio dei migranti nel Mediterraneo e lo
scontro con Matteo Salvini.
Con al centro temi come la guerra in Ucraina e i migranti -
questione riaperta da un attentato a Mannheim commesso da un
afghano che ha ucciso un poliziotto - la campagna elettorale in
Germania è stata a dir poco turbolenta, segnata da scandali e
violenza. L'ultradestra ha dovuto liquidare per strada il suo
capolista, accusato di posizioni filorusse, finito in una bufera
a causa dell'arresto del suo assistente per spionaggio cinese, e
infine caduto sulle dichiarazioni sulle SS. Parole che hanno
pesato anche sull'espulsione del partito dal gruppo Id. Tutto
questo non è bastato ad allontanare però gli elettori che i
servizi interni tengono sotto osservazione per le posizioni
anticostituzionali. E Afd, con la sua abile campagna su Tik Tok,
sembra aver attirato soprattutto tanti giovani, nella Germania
dove per la prima volta oggi hanno votato anche i sedicenni.
In Austria il partito di estrema destra Fpo ha fatto anche
meglio, affermandosi come primo della lista col 27% dei voti,
con il suo candidato di punta Harald Vilimsky. Mentre Ovp e Spo
si sono contesi il secondo posto con un 23% che li vede testa a
testa. Anche nel Paese alpino crollano i Verdi finiti al 10,5%,
pari merito con Neos.
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