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Lega frena al Nord, Salvini difende l'operazione Vannacci 

Lega frena al Nord, Salvini difende l'operazione Vannacci 

"Bossi irrispettoso". Flop anche a Pontida. Romeo, riflettiamo 

11 giugno 2024, 08:35

di Paolo Cappelleri

ANSACheck
Matteo Salvini - RIPRODUZIONE RISERVATA

Matteo Salvini - RIPRODUZIONE RISERVATA

Con oltre mezzo milione di voti Roberto Vannacci tiene a galla la Lega. Matteo Salvini rivendica la sua scelta di puntare sul generale ma fa i conti con un partito che ribolle dopo il calo al Nord, simboleggiato anche da Pontida, dove dopo vent'anni il sindaco non sarà più leghista.

Pesano gli oltre 376mila voti in meno e il sorpasso di FI anche se, all'indomani delle Europee, il leader sottolinea il dato percentuale migliore rispetto alle Politiche di quasi due anni fa: 9,01% contro l'8,79%, un effetto dell'astensionismo in crescita. In cima alla sua analisi, finisce nel mirino Umberto Bossi. "È più unico che raro un movimento che riesce a crescere nonostante il suo fondatore, a urne aperte, annunci di votare per un altro partito - la stoccata di Salvini -. Non voglio male a nessuno, a Bossi ho intitolato il mio libro.

 


 

È chiaro ed evidente che manchi di rispetto non al segretario in carica ma un'intera comunità. Sicuramente dovrò ascoltare i militanti". Il Senatùr, oggi deputato, non può essere cacciato dalla Lega per Salvini premier, semplicemente perché non iscritto al partito che prese il posto della sua Lega Nord. E sarebbe clamorosa l'espulsione dal gruppo parlamentare. Non è escluso un provvedimento contro Paolo Grimoldi, che nei giorni scorsi ha rivelato l'intenzione di voto di Bossi per l'ex leghista Marco Reguzzoni, in lista con FI. La notte intanto sancisce la riduzione degli europarlamentari della Lega dai 29 del 2019 a 8. Dopo due ore di sonno, Salvini si presenta in sala stampa: "Contano le percentuali, ci svegliamo al 9% ed è una bella giornata di sole". Per il vicepremier è vinta la scommessa su Vannacci, più di 536mila voti da indipendente, oltre un quarto delle preferenze alla Lega: "Dicevano che ero un fesso e la base si sarebbe rivoltata. Ma questo mezzo milione di voti, in buona parte da Lombardia e Veneto, arrivano dall'elettorato della Lega e non solo". Il day after leghista è agitato anche da Massimiliano Romeo: il sorpasso di FI "indubbiamente" induce a "delle riflessioni", da fare "attentamente" e "negli organismi competenti", nota il capogruppo leghista al Senato, che definisce "un'importante operazione di marketing politico" e "una grande intuizione di Salvini" la candidatura di Vannacci. Ma insiste sulla necessità di ridare "la giusta enfasi" alla "questione settentrionale".

Sono oltre 150mila i voti evaporati dal 2022 in Lombardia: si va dal 19,7% di Sondrio al 6,14% di Milano, la città di Salvini. Alcuni parlamentari varesini avrebbero rinfacciato al leader il calo a livello locale, si racconta in ambienti del partito di via Bellerio. Si contano 50 voti in meno anche a Pontida, luogo sacro del leghismo, rispetto ai 390 delle Politiche, specchio del flop alle Comunali, con il sindaco uscente battuto dal 27enne candidato di una lista civica. In Veneto il passivo è di 95mila voti, mentre FdI cresce (al 37,58%) e ha argomenti per pretendere il prossimo candidato alle Regionali: la neo europarlamentare Elena Donazzan già si dice disponibile, se non potesse correre per un nuovo mandato Luca Zaia. Il quale smentisce l'ipotesi di un ruolo da ministro e si limita a un ragionamento low profile: "Se la Lega avesse preso il 5% con Vannacci sarebbe stato un flop. Con questa scelta il dato è superiore a quello delle politiche. Io non ho altre analisi da fare". Affanni anche in Umbria dove la Lega ha ottenuto di ricandidare la sua Donatella Tesei alle Regionali, e intanto è il quinto partito con quasi 8mila voti in meno. Il picco più basso si tocca a Bolzano (3,3%). Il più alto a Isernia (26,1%), dove 7.096 delle 8.535 preferenze sono per l'ex FI molisano Aldo Patriciello. Sfiora il 15% in Friuli Venezia Giulia, dove però a trascinare è la sindaca di Monfalcone, Anna Maria Cisint, non Vannacci. Non a caso, nel mondo leghista risuona sempre più forte il nome del governatore Massimiliano Fedriga per il post-Salvini. Il momento della verità sarà il Congresso federale. Si terrà "entro l'autunno", conferma il leader, ammettendo che "sicuramente" si potrà fare meglio in futuro: "Ma da un anno tutti ci davano per morti, invece siamo vivi e vivaci".

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