"Trieste è una città altamente
sicura" e "con un'ulteriore assegnazione di 50 militari e 6
poliziotti" da parte del Ministero dell'Interno, destinati ai
controlli sul territorio in Friuli Venezia Giulia, "sarà
possibile prestare più attenzione ad alcune aree meno
monitorate" della città, lontane dal centro storico e dalla
movida. Lo ha sottolineato il prefetto di Trieste, Valerio
Valenti, al termine del Comitato provinciale per l'ordine e la
sicurezza pubblica, convocato per oggi dopo la sparatoria
avvenuta sabato in centro a Trieste.
Quanto accaduto in via Carducci, ha ribadito il prefetto, è
collegato "a una faida tra due famiglie kosovare, che coinvolge
una ventina di persone in tutto e che non incide sul livello di
sicurezza della città. L'attenzione va indirizzata a ciò che è
possibile fare per prevenire ulteriori episodi o seguiti di
questa" vicenda "e ciò che concretamente faremo è verificare la
possibilità di revocare i permessi di soggiorno di chi si è reso
protagonista di queste vicende sebbene non penalmente
responsabile".
Al Comitato hanno partecipato, tra gli altri, anche il
procuratore Capo di Trieste, Antonio De Nicolo, e il sindaco,
Roberto Dipiazza. "Un'attenzione particolare - ha aggiunto
Valenti - sarà data al settore dell'edilizia, campo in cui
queste famiglie sono titolari di ditte, sia con un'azione
congiunta di polizia e Gdf sia attraverso un protocollo di
intesa con Regione, cassa edile e sindacati per promuovere una
maggiore circolarità di informazione e trasparenza sul regime
degli appalti dei privati".
Inoltre, puntualizza Valenti, "ho rivolto una sollecitazione
alle forze di polizia tutte affinché segnalino al Questore
sistematicamente le cattive frequentazioni di bar ed esercizi
pubblici per sospendere o revocare la licenza a quei bar che
rappresentano il punto di ritrovo dove si radunano persone con
precedenti e che delinquono". L'attenzione si concentrerà infine
anche sulle "modalità di ingresso dei minori stranieri kosovari
sul territorio nazionale, che arrivano alla soglia dei 18 anni e
poi grazie alle ditte edili ottengono la conversione di permesso
di soggiorno in permesso di lavoro: andremo a verificare la
modalità con cui questa conversione avviene. Anche se
nell'ultimo periodo questo fenomeno si è ridotto".
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