"Quest'anno la novità è che
alcuni autori stranieri torneranno a Pordenone, in presenza. Già
questo è sufficiente per chiarire in quali strani tempi viviamo,
visto che Pordenonelegge è stata fin dall'inizio una
manifestazione aperta al mondo, che chiamava molti autori dai
paesi più lontani. Mai come quest'anno siamo tutti insieme, di
fronte al virus, e non c'è una soluzione che possa riguardare
solo una parte, senza coinvolgere il tutto": lo ha affermato
Alberto Garlini, curatore di pordenonelegge, alla vigilia della
manifestazione. Garlini sostiene che c'è "mancanza di un vero e
proprio dialogo tra le persone: il semplice fatto di parlare per
cercare di capirsi sembra svanito". La cultura "dovrebbe far
proprio questo: unire, gettare ponti, trovare sintesi e
prosperare nelle sfumature".
Un altro obiettivo di questa edizione è la "bibliodiversità,
raccontare il mondo e riportare le sue voci", come ha indicato
la curatrice Valentina Gasparet, dall'Africa all'Europa.
E infine, "sensibilizzare i cittadini, le imprese, gli enti
pubblici, ma anche le scuole e gli studenti che raccoglieranno
il testimone della vita sul pianeta", evento proposto dalla
Fondazione guidata da Michela Zin - che diventa "ambasciatore"
di sviluppo sostenibile attraverso la modulazione di molti dei
suoi incontri sui 17 Obiettivi di sostenibilità al centro
dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
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