"In una città che ha scalato le classifiche della qualità della vita non servono grandi rivoluzioni, e anche le diagnosi peggiori non porteranno mai a dare voti così negativi". Lo afferma Alessandro Ciriani, sindaco uscente di Pordenone e candidato ad un nuovo mandato alla guida della città, intervistato dall'ANSA.
"Ciò che serve - aggiunge - è rafforzare e migliorare il sistema ospedaliero: esiste una riforma sanitaria ragionale che deve essere completamente dispiegata ed è un po' in ritardo, complice anche il Covid. Dobbiamo mettere in atto tutti gli strumenti previsti dall'atto di indirizzo della Regione affinché arrivino più infermieri, più medici, affinché sia bloccata la fuga verso il vicino Veneto che è il punto di approdo naturale di molti pazienti pordenonesi. Abbiamo attraversato periodi anche peggiori: oggi, a fronte del fatto che verranno distribuite risorse importanti al nostro territorio e che c'è una riforma in atto, credo che questi obiettivi siano alla nostra portata".
Ciriani sostiene di avere tre priorità, qualora venisse rieletto. "Per un sindaco uscente, c'è una continuità: abbiamo un progetto che prevede sostanzialmente di proseguire con le opere che avevamo messo in cantiere già nei cinque anni precedenti. Abbiamo una provvista finanziaria importante, dovuta alla capacità di intercettare finanziamenti europei e ministeriali e ad un rinnovato rapporto con la Regione che consentirà di continuare il miglioramento sia estetico che funzionale tanto del centro quanto della periferia. Il secondo aspetto riguarda le politiche immateriali - precisa -, come la formazione dei giovani, su cui abbiamo investito molto e continueremo a farlo, e il terzo è quello di cambiare il paradigma nei rapporti sociali. La chiave è la prossimità: abbiamo già i finanziamenti per aprire in ogni quartiere una sorta di filiale dei servizi sociali, per costruire sartorialmente delle risposte legate ai bisogni delle singole comunità".
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