Una vettura utilizzata dal gruppo
di cittadini kosovari che erano accorsi sul luogo della
spedizione punitiva, sfociata nella sparatoria del 4 settembre
in via Carducci a Trieste, è stata rinvenuta e sequestrata dagli
inquirenti in territorio sloveno. Lo conferma il Procuratore
capo di Trieste Antonio De Nicolo.
"Un importante tassello di un delicato puzzle è stato
ottenuto grazie alla perfetta, rapida ed efficace collaborazione
dei colleghi di Capodistria", con cui la Procura ha instaurato
un "ottimo" rapporto.
La vettura, che era stata abbandonata, chiusa, è stata
esaminata e perquisita. Da quanto si apprende, all'interno, sono
stati trovati diversi elementi utili alle indagini, ma su cui
gli investigatori mantengono il massimo riserbo. Con le misure
cautelari eseguite stamani, la Procura ritiene che siano stati
sostanzialmente identificati tutti gli aggressori.
"In queste vicende in cui è necessario distinguere gli autori
di un gesto criminale molto grave sono fondamentali due doti del
bravo investigatore: pazienza e tenacia", aggiunge De Nicolo
elogiando il lavoro della Polizia che ha dovuto visionare e
confrontare tutti i fotogrammi delle immagini raccolte per
riuscire a decriptarli. "La Squadra Mobile ha fatto egregiamente
la sua parte e ha dimostrato tenacia e pazienza, guidata dal pm
titolare del fascicolo, Chiara De Grassi, che l'ha supportata
giorno dopo giorno".
Restano, a quanto si sa, da individuare ancora le armi
utilizzate nel corso dell'azione delittuosa. Le perquisizioni
sono tuttora in corso.
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