"La causa tecnica determinante e
unica del sinistro è il tamponamento da parte del veicolo
dell'indagato, mentre procedeva a una velocità di circa 180
chilometri all'ora, ai danni dell'utilitaria delle vittime, che
lo precedeva nella prima corsia di marcia, mantenendo una
velocità di circa 90 chilometri all'ora". E' quanto si legge,
nella relazione del perito della Procura della Repubblica di
Pordenone, in relazione all'incidente del Suv avvenuto, a fine
gennaio, lungo l'autostrada A28, ad Azzano Decimo, in cui
persero la vita due cugine venete di 20 e 26 anni.
Nel tamponamento rimasero gravemente ferite anche le due
figlie piccolissime di una delle vittime.
Per la vicenda è stato arrestato e posto ai domiciliari, con
braccialetto elettronico, un imprenditore di origine bulgara di
61 anni, che dopo l'incidente era fuggito a piedi ed era stato
rintracciato alcune ore dopo nella propria abitazione. Deve
rispondere dell'accusa di omicidio stradale.
"Gli agenti intervenuti - si legge ancora nella perizia -
hanno sottoposto il conducente dell'auto che ha tamponato ad
accertamenti riscontrando uno stato di alterazione psicofisica
in seguito all'assunzione di sostanze alcoliche. Uno stato di
alterazione che potrebbe aver contribuito al mancato-tardato
apprezzamento da parte del conducente del differenziale di
velocità esistente con l'auto che lo precedeva".
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