(di Lorenzo Padovan)
Un semplice, lungo e delicato
abbraccio tra genitori. E' stata l'essenza dell'incontro - in
forma privata - tra i vertici della Base Usaf di Aviano
(Pordenone) e la famiglia di Giovanni Zanier, il ragazzo di 15
anni travolto e ucciso dall'auto di una soldatessa statunitense
che guidava ubriaca.
Chi ha assistito alla breve visita parla di commozione
sincera, di dolore e vicinanza che il comandante Tad D. Clarke
ha espresso ai parenti del ragazzo. Restando a disposizione
anche per future esigenze. La grande famiglia Usaf - che ad
Aviano conta quasi 10 mila persone, tra militari e congiunti -
ha espresso in questo modo lo stato d'animo che si respira nella
Base, dove Julia Bravo, l'aviere ventenne, è ai domiciliari dal
21 agosto. Misura che non sarà attenuata a breve, come ha
ammesso il suo difensore, Aldo Masserut: "Non sono questi i
momenti per presentare istanze alternative, non faremo alcuna
azione fino alle esequie. Ci siamo limitati a chiedere copia
degli atti depositati. Fino ad ora non ho nemmeno voluto
approfondire l'accaduto: ho bisogno che comprenda bene, non solo
linguisticamente, ma anche praticamente, le gravi conseguenze di
ciò che ha fatto". In questa atmosfera di grande garbo umano e
istituzionale, il legale ha sottolineato che la giovane "è
ancora completamente frastornata". D'altronde, ha ribadito,
"stiamo parlando di una ragazza di soli 20
anni. Tra qualche giorno affronteremo assieme la strategia
difensiva che prescinde dalle decisioni che verranno assunte
circa la giurisdizione del caso, le quali arriveranno tra
qualche mese. Per ora noi procediamo come se il processo si
celebrasse certamente in Italia".
I funerali saranno celebrati domani pomeriggio, alle 16,
nella chiesa del Beato Odorico, a Pordenone. Sono annunciate
numerose autorità locali e anche una delegazione della stessa
Base, presenza concordata con la famiglia. Gli Zanier, secondo
quanto è trapelato, hanno molto apprezzato le scelte del
comando: prima dell'abbraccio erano già state espresse le
condoglianze ufficiali, seguite da un breve contatto telefonico.
Ma per mostrare la sincerità del cordoglio, la comunità Usa
nella base ha organizzato anche veglie di preghiera. Dall'Usaf
si apprende che la tragedia ha notevolmente colpito i vertici:
da anni è in vigore un protocollo rigidissimo sull'assunzione di
alcol, ed è diffusa una campagna sul bere responsabile che aveva
dato significativi risultati sulla diminuzione dell'
incidentalità. Un percorso paziente e virtuoso che è stato però
quasi cancellato dall'incidente dopo la rotonda, poche centinaia
di metri dalla discoteca dove, paradossalmente, vittima e
investitrice avevano trascorso la serata senza conoscersi e
senza sapere che i loro destini si sarebbero tragicamente
incrociati.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA