(di Francesco De Filippo)
Un abbraccio tra Italia e Ucraina
senza passare per la devastazione e la sofferenza della guerra
ma lungo una strada alternativa, quella di una tradizione
millenaria ucraina: il ricamo. In particolare la vyshyvanka, la
tipica camicia di quel paese, che ha il valore di un talismano,
simbolo di identità e di appartenenza. E' l'iniziativa di una
decina di "temerari" in prevalenza donne che hanno fatto il
miracolo di organizzare in poche settimane una 'capsule
collection' di abiti decorati con ricami ucraini realizzati da
sarte e ricamatrici ucraine, e che sfilerà alla Fashion Week di
Milano.
Non si tratta di "temerari" qualunque ma di nomi di peso,
dalla Pineider che ha messo a disposizione una location ad
Annamaria Testa, da Silvestrin&Associati al Polo del Gusto:
ciascuno un contributo offerto gratuitamente. L'idea è che se da
sempre in Ucraina le donne ricamano gli abiti della festa
tramandandosi la sapienza di un'arte, questa attività può
diventare simbolo e messaggio. La stilista è Inha Maksymyuk, da
vent'anni in Italia dove ha lavorato per Dolce&Gabbana, Versace,
Balenciaga, Gucci.
L'iniziativa vuole sostenere l'Ucraina non solo attraverso
una raccolta-fondi (il ricavato dalla vendita della collezione
sarà devoluto a Save the Children), ma promuovendo un tratto
autentico e antico.
A sfilare sarà un gruppo di giovani madri ucraine profughe
che ora vivono a Milano con i loro figli.
L'idea è portare on stage "la magia del ricamo, centrale
nella cultura ucraina, che dedica una giornata alla tradizionale
camicia ricamata; Zelensky ha detto che è la loro portafortuna,
molti soldati la indossano sotto la mimetica, e tutti ricamano",
spiega Annamaria Testa. Tanto importante che anche Ursula von
der Layen e altri esponenti politici l'hanno indossata. le
nazioni sono fatte di territorio, potere economico e di cultura,
radici e di identità. "Presenteremo dieci capi in centro a
Milano - prosegue Annamaria Testa - la Camera della moda ha
detto sì, Silvestrin ci sta aiutando e faremo bellissime le
dieci madri profughe. Insomma, insieme talento e energia ucraina
e talento e professionalità italiani per raccontare una bella
storia".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA