"Consideriamo irricevibile il
cosiddetto piano di mitigazione inviato ieri, via email, dalla
multinazionale Wartsila alle organizzazioni sindacali e alla
Rsu. Anche con questo atto, nei fatti, Wartsila conferma i 700
licenziamenti e la completa dismissione delle attività
produttive del sito di Trieste. Non siamo disponibili a
discutere con la multinazionale sotto il ricatto del
licenziamento di centinaia di lavoratori e lavoratrici, diretti
e dell'indotto, e per questo continuiamo a chiedere il ritiro
della procedura come condizione per avviare un eventuale
confronto". Lo scrive in una nota Luca Trevisan, segretario
nazionale Fiom-Cgil Ufficio stampa Fiom-Cgil, in riferimento al
piano di mitigazione presentato ieri.
"In questo senso, per annullare i licenziamenti e far
condannare Wartsila per condotta antisindacale, daremo battaglia
il 14 settembre prossimo anche in Tribunale a Trieste", anticipa
Trevisan, sottolineando che al governo saranno poste due
questioni: "essere conseguente con gli impegni presi al Mise
modificando con effetto retroattivo la legge di contrasto alle
delocalizzazioni e avviare da subito interlocuzioni con aziende
e gruppi, a partire da quelli pubblici, per garantire, con o
senza la multinazionale Wartsila, la continuità produttiva e
occupazionale del sito di Trieste".
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