"E' un'emozione fortissima,
restituire il fotografo a Trieste, città per la quale ha portato
avanti una lotta di idee e non solo e dalla quale era stata
dimenticato dopo la misteriosa morte. Tornare sui suoi passi,
dal Molo Audace ai luoghi scomparsi, come il Narodni dom, è
sempre stato l'obiettivo della mia opera di divulgazione su
Coretti". A parlare è Stefano Corso, autore di "Chi è Cufter?"
(Castelvecchi) romanzo sulla vita di un misterioso triestino,
Carlo Coretti, che dopo 90 anni, torna simbolicamente, con
questo libro, nella sua città natale. Irridentista, colto e
curioso, appassionato di fotografia stereoscopica (l'antenata
della tecnologia 3D ma praticata da pochissimi un secolo fa), è
vissuto all'inizio del '900 e la sua esistenza è stata
ricostruita da Stefano Corso attraverso la raccolta di centinaia
di fotografie scattate in quegli anni. Corso chiama Coretti con
un soprannome, 'Cufter', e lo fa rivivere sui social network
con un suo profilo.
Il libro è stato presentato questo pomeriggio nella sala
Bazlen di Palazzo Gopcevich e con l'autore c'erano Rina
Ciampolillo, Claudia Collecchia e Massimo Sgambati.
Coretti-Cufter non fu soltanto un cronista di eventi storici
cruciali e un ritrattista di monumenti ma un moderno reporter di
strada che con le sue istantanee di passanti e gente comune ha
anticipato i tempi della fotografia.
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