Una mostra-installazione dal
titolo "Ponterosso Memorie" per raccontare i luoghi e le memorie
della Trieste di confine tra gli anni Sessanta e
Ottanta. E' parte del progetto che l'associazione culturale
triestina Cizerouno porta avanti nell'ambito del festival
"Varcare la frontiera" ed è stata inaugurata questa sera al Cavò
di via San Rocco a Trieste. La mostra sarà visitabile fino al 10
gennaio 2023.
Nato da un'idea di Wendy D'Ercole e Massimiliano Schiozzi,
Ponterosso Memorie è un progetto dedicato a raccontare la
permeabilità della frontiera tra Italia e Jugoslavia nel periodo
della guerra fredda. "Un periodo in cui Trieste era una sorta di
isola del tesoro per i cittadini jugoslavi. Per ciò abbiamo
scelto la mappa come concetto chiave attorno a cui organizzare
la mostra", hanno spiegato D'Ercole e Schiozzi. Il limite più
meridionale della cortina di ferro infatti veniva varcato da
migliaia di cittadini jugoslavi che si riversavano nelle vie di
Trieste alla ricerca di beni di consumo, in particolare di
jeans, che venivano venduti dai cosiddetti 'jeansinari'
ambulanti. Anche caffè, bambole e oro - bene rifugio per
affrontare la svalutazione della moneta jugoslava - erano
ricercatissimi. "Si trattava di una sorta di grande contrabbando
tollerato dal regime di Tito. Tant'è che i telegiornali
jugoslavi del tempo raccontavano con servizi le grandi folle che
frequentavano la città in occasione del 29 novembre, giornata di
festa nazionale. Qui consumismo e comunismo trovavano una
sintesi", ha spiegato D'Ercole.
In esposizione al Cavò ci sono immagini e video che
restituiscono il volto della città dell'epoca. Sempre il Cavò
sarà sede di appuntamenti che includono incontri, proiezioni,
laboratori e presentazioni, occasioni per interviste ad alcuni
testimoni degli "anni d'oro" del commercio triestino che hanno
portato molti ad arricchirsi in poco tempo.
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