(ANSA) - UDINE, 05 GEN - "L'aumento del costo della vita che
grava su lavoratori e pensionati, per il caro spesa e caro
energia, la cassa integrazione che torna a salire, le incognite
sul futuro dei principali comparti del manifatturiero
regionale". È l'inizio d'anno, difficile, per lavoratori e
imprese secondo la Cgil Fvg che, per bocca del segr.gen. Villiam
Pezzetta, parla di Legge finanziaria che "toglie a lavoratori
dipendenti e pensionati molto più di quanto dia". E' il bilancio
espresso alla conferenza d'inizio anno.
Per Pezzetta c'è ancora "tenuta del mercato del lavoro ma si
aggravano i fattori critici che hanno condizionato il 2021, in
particolare il secondo semestre, dopo l'inizio della guerra".
Il dato medio sul lavoro nei primi 9 mesi 2022, per l'Istat,
è di oltre 523mila occupati (510 mila in tutto 2021), "ma il
terzo trimestre chiude in flessione di 21mila posti rispetto al
secondo". Una "inversione di tendenza che nel IV trimestre si è
accentuata". La Cgil sottolinea poi la precarietà e la crescita
degli infortuni (+8% su 2021), ma calano quelli mortali.
Aumenta la Cig, che a novembre, 5/o mese di fila, ha superato
il milione di ore mensili. Il dato di fine 2022, secondo la Cgil
sarà di 14 milioni di ore tra Cig e Fondi integrazione.
La situazione più critica nel manifatturiero, è nell'area
triestina, tra Wartsila, Flextronics e Principe; poi la Burgo
affronta una difficile congiuntura. Molto esposti anche
siderurgia, legno, meccanica.
Pezzetta critica la Finanziaria: "Gli aumenti record di
bollette, carburanti e della spesa si sono mangiati almeno il
15% del reddito di lavoratori e pensionati e la Finanziaria
aumenta dal 2 al 3% e solo fino ai 25mila euro di reddito, il
primo taglio del cuneo fiscale disposto dal Governo Draghi. I 4
milioni di lavoratori con reddito fino a 8mila euro non avranno
alcun beneficio, per gli altri i benefici in busta paga andranno
da pochi euro a 160 euro all'anno". Eppure si sono "trovate
risorse per estendere a 85mila euro la flat tax, si punta sui
condoni, non si è investito abbastanza su scuola e sanità".
Dunque, "lo sciopero generale del 16 dicembre è stato solo il
primo passo: ce ne saranno altri". (ANSA).