"Quanto avvenuto stamattina al
bagno Pedocin di Trieste rappresenta l'ennesimo cortocircuito
girotondino del progressismo in salsa radical chic". Lo scrive
in una nota il dirigente e consigliere di FdI Fabio Scoccimarro,
in merito alla manifestazione di stamani,
"Se da una parte invero, si intraprendono i sentieri della
difesa della donna, ascrivendosene come polo politico la
responsabilità di rappresentarne le istanze di dignità ed
uguaglianza contro la destra sempre dipinta come cattiva e
patriarcale, dall'altra ne si difende il 'diritto' di
manifestarsi pubblicamente come sottomessa in un luogo tipico
del tempo libero", prosegue Scoccimarro. "La si presenta come
libera scelta per non incappare accidentalmente in quel giudizio
polarizzato 'civile-incivile' che per fortuna il pensiero
occidentale, grazie anche ad illustri pensatori di Sinistra, ha
abbandonato dal post-colonialismo in poi". Per Scoccimarro "la
sinistra coeva dunque, per non rendere evidente che una donna
coperta da capo a piedi al mare rappresenta una sconfitta per
l'emancipazione femminile e per tutte le volte per cui le donne
si sono battute per disporre pienamente della loro fisicità, si
ricorre alla fantomatica volontarietà del gesto. Questa
sedicente volontarietà sarebbe tale solo se fosse vero il
contrario, ovvero se allo stesso modo potessero scegliere senza
paura, senza ritorsioni e pressioni alcune, di poter comodamente
usare un costume da bagno. Qualcuno - continua la nota - l'ha
messa sulla questione di igiene accampando spericolate
comparazioni tra l'inquinamento delle navi da crociera e quello
dei vestiti in acqua. Qualcuno tratta la questione secondo
complicatissimi trattati di religione comparata tra la
tradizione giudaico-cristiana e quella islamica". Segnalando le
"situazioni potenzialmente pericolose" indossando i vestiti in
mare, Scoccimarro evidenzia che "in assenza di regolamenti
specifici, serve affidarsi agli usi e costumi del luogo",
sottolineando che "Trieste ha una storia di grande accoglienza e
sensibilità per le minoranze". E conclude: "Avremmo meno bisogno
di flash mob e più esami di cultura e società".
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