"Tra il 1943 e il 1945 la
popolazione italiana che da secoli viveva pacificamente in
Istria, Dalmazia e Venezia Giulia fu vittima di uno dei più
efferati crimini del Novecento". Lo ha affermato il presidente
della Camera Lorenzo Fontana intervenendo, oggi alla Camera,
alla proiezione del documentario Rai "L'odissea
giuliano-dalmata: dalle foibe all'esodo" in occasione del Giorno
del ricordo.
"Decine di migliaia di nostri connazionali furono
perseguitati e molti di loro trucidati e gettati nelle foibe,
talvolta ancora vivi, dalle milizie di Tito che avevano occupato
quei territori - ha aggiunto - i circa 350mila italiani,
costretti all'esodo, spesso non trovarono nella madrepatria
l'accoglienza che avrebbero meritato. La loro vicenda fu segnata
dall'indifferenza dei tanti e dall'aperta ostilità di alcuni,
anche per le profonde divisioni ideologiche che nell'immediato
dopoguerra stavano attraversando il Paese". Secondo Fontana,
"l'esodo delle popolazioni istriane e giuliano-dalmate deve far
parte della memoria collettiva degli italiani. È un preciso
dovere che abbiamo nei confronti della verità e di quelle
popolazioni. E deve rappresentare anche un monito a non
dimenticare i valori del dialogo e della reciproca comprensione
che sono alla base della democrazia".
Alla presentazione del documentario ha partecipato anche il
presidente del Fvg, Massimiliano Fedriga: "Credo sia
particolarmente significativo - ha osservato - che uno dei
luoghi simbolo della nostra democrazia ospiti la proiezione
dello speciale Rai dedicato alle tragedie dell'esodo e delle
foibe, a pochi giorni dalla ricorrenza della Giorno del ricordo
e a poche ore dall'approvazione del progetto di legge sulle
misure per promuovere la 'conoscenza della tragedia delle foibe
e dell'esodo giuliano dalmata nelle giovani generazioni' che ora
tornerà al Senato per l'approvazione definitiva. Per troppo
tempo le sofferenze patite dai nostri connazionali in seguito
alle persecuzioni dei comunisti titini sono rimaste celate,
mentre è giusto che quanto avvenuto, innegabilmente riconosciuto
come una verità storica, sia noto a tutti in quanto parte
integrante della storia del nostro Paese". Per Fedriga "la
riconciliazione può passare solo da un processo di verità".
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