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Arte, Bruxelles e Trieste ritrovano gli antichi legami

Arte, Bruxelles e Trieste ritrovano gli antichi legami

Risalto stampa belga a "L'arte triestina al femminile nel '900"

TRIESTE, 11 luglio 2024, 09:15

Redazione ANSA

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Una mostra d'arte sembra mettere tutti d'accordo e riallacciare gli antichi legami tra Bruxelles e Trieste. La mostra "L'arte triestina al femminile nel '900 d'avanguardia italiano ed europeo", ideata e curata da Marianna Accerboni, che resterà aperta ancora un mese all'Istituto Italiano di Cultura della capitale, sta riscuotendo notevole successo di pubblico e un ampio risalto da parte della stampa belga.
    Così "La Libre Belgique", il più importante e storico quotidiano belga in lingua francese, fondato nel 1883, ha dedicato all'esposizione un'intera pagina con un articolo molto approfondito e sensibile di Aurore Vaucelle. L'allestimento racconta l'avanguardia delle donne triestine nella vita e nell'arte attraverso cinque artiste iconiche (Leonor Fini, Maria Lupieri, Maria Melan, Anita Pittoni, Miela Reina) e Vaucelle completa l'ambiente culturale della città dell'epoca ricordando che vi abitavano Joyce, Svevo e Saba, Leo Castelli, Gillo Dorfles, Bobi Bazlen, e lo psicanalista triestino Edoardo Weiss che, allievo di Freud, importò a Trieste (e in Italia) la psicanalisi.
    Bruxelles, considerata nell'Ottocento la più bella città d'Europa grazie anche ai proventi delle miniere del Congo, fu meta di studio e di lavoro di vari artisti di Trieste e aree vicine. Fu il caso di Edmondo Passauro (Trieste 1893 - 1969), pittore e maestro di Leonor Fini, trasferitosi nella capitale nel 1930; di Cesare Dell'Acqua dal 1848 nella capitale belga, di cui alcune opere furono acquistate dal re del Belgio. Per non parlare della principessa Carlotta del Belgio, figlia di Leopoldo I, che sposò Massimiliano d'Austria e venne ad abitare a Trieste, a Miramare.
   

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