L'azienda sanitaria universitaria giuliano isontina ribadisce il suo "no" a Martina Oppelli, l'architetta triestina di 49 anni che ha chiesto di accedere al suicidio medicalmente assistito. La donna è affetta da sclerosi multipla progressiva e le sue condizioni di salute stanno via via peggiorando. Ma secondo quanto afferma l'asl "anche alla data attuale e nonostante il peggioramento lamentato dalla paziente, la stessa non può ritenersi mantenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale".
Asugi "nega l'evidenza", replica Martina, che ora intende far valere il suo diritto attraverso "un doveroso percorso giudiziario" ma senza "subire una tortura di Stato" con nuovi esami e medicinali. Attualmente la donna è dipendente da macchinari, farmaci e assistenza continua per le funzioni vitali. Per Oppelli si tratta del secondo diniego da parte di Asugi. Una prima valutazione dei requisiti per l'accesso all'aiuto alla morte volontaria risale a fine 2023.
Poi a metà luglio, ricostruisce l'associazione Luca Coscioni, che sta seguendo il caso, "il Tribunale di Trieste aveva ordinato ad Asugi di rivalutare entro 30 giorni le condizioni" di salute della donna, "che nel frattempo era diventata dipendente dalla cosiddetta macchina della tosse, ovvero un dispositivo che elimina le secrezioni bronchiali che altrimenti le causerebbero strozzamento e soffocamento". E questa seconda relazione, secondo la Coscioni, "sminuisce il ruolo dei trattamenti da cui Martina dipende quotidianamente". "Rimango perplessa - aggiunge Martina - per come viene descritta la mia condizione fisica e clinica nota da anni agli stessi medici. Basita, poiché la sclerosi multipla mi ha privata di qualsiasi movimento lasciando intatta solo la capacità di pensare, parlare e di autodeterminarmi".
"Oltre a procedere contro la valutazione", annuncia oggi l'avvocata Filomena Gallo, segretaria dell'associazione Coscioni, "attiveremo le vie che il caso consiglia anche in relazione alle responsabilità che determinano conseguenze gravi per Oppelli". L'associazione in particolare sottolinea come Asugi stia "ignorando la sentenza 135 del 2024 della Corte costituzionale", "che ha chiarito la nozione di trattamenti di sostegno vitale", "condannando Martina a proseguire in una sofferenza senza fine". Secondo la asl invece "la Commissione tecnica multidisciplinare ha provveduto all'analisi del caso e a operare le proprie valutazioni sulla scorta di un rigoroso approccio metodologico che ha assunto quale base di partenza le indicazioni offerte dalla Corte costituzionale". Domani Martina e l'associazione Coscioni presenteranno a Trieste le prossime azioni e iniziative giudiziarie da intraprendere.
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