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Scoperta radice biologica che fa preferire suoni consonanti

Scoperta radice biologica che fa preferire suoni consonanti

Per umani e animali. Studio UniTs con la Sapienza

TRIESTE, 08 ottobre 2024, 11:53

Redazione ANSA

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I ricercatori del Dipartimento Scienze della vita dell'Università di Trieste, in collaborazione con la Sapienza Università di Roma, hanno scoperto che la preferenza delle specie animali, umane e non umane, per i suoni consonanti sarebbe in parte determinata fisiologicamente.
    L'ipotesi all'origine dello studio, condotto su 130 pulcini implumi, è che gli elementi costitutivi delle capacità musicali - di umani e animali - abbiano una radice biologica, condivisa tra specie anche filogeneticamente distanti, e non dipendano solo da cultura e da esperienza musicale.
    Una volta schiusi, i pulcini - che non hanno bisogno di alcuna cura parentale - sono stati allevati per 4 giorni, a coppie, in gabbie a temperatura ambiente controllata e sono stati registrati vari richiami in arene insonorizzate, per situazioni piacevoli e no. I ricercatori hanno stimolato i vari richiami nei pulcini ricreando gradualmente la situazione naturale associata ad essi. Infine, analizzati i picchi delle frequenze fondamentali e calcolatone il rapporto, lo studio ha rivelato una prevalenza di consonanza perfetta in tutti i richiamo: quindi i suoni consonanti sono intrinsecamente presenti nella comunicazione animale.
    "I richiami più armonici sono quelli emessi nelle situazioni più piacevoli" spiega Cinzia Chiandetti, prof. associato di psicobiologia al Dip. Scienze della vita dell'Università di Trieste. "A seconda della dominanza di consonanze o dissonanze, potremo arrivare a comprendere lo status emotivo dell'animale associato al contesto: non siamo così lontani dal poter immaginare dispositivi in grado di registrare i richiami e restituire il livello di comfort o stress dell'animale" conclude.
    Andrea Ravignani, professore di psicologia generale al Dip.
    Neuroscienze umane della Sapienza di Roma, ha indicato che "oggi sappiamo - grazie a studi condotti insieme, UniTs e Sapienza - che gli intervalli consonanti vengono prodotti in segnali sociali di tipo acustico".
   

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