Con i loro casi clinici riescono a
tenere incollati alla tv milioni di spettatori, ma non sempre le
storie che si susseguono episodio dopo episodio riescono ad
affrontare in maniera adeguata i temi di salute pubblica. E' il
risultato a cui giunge la ricerca condotta dal dipartimento di
Medicina dell'Università di Udine, in collaborazione con
l'Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale e l'Azienda
ospedaliero-universitaria "Città della Salute e della Scienza"
di Torino.
I temi di salute pubblica trattati in serie tv come Grey's
Anatomy o Dr. House vengono affrontati in maniera limitata e
spesso inadeguata, con una scarsa attenzione a questioni
fondamentali come vaccinazioni, programmi di screening e
prevenzione delle malattie infettive. Il lavoro pubblicato sulla
rivista scientifica Frontiers in Public Health - informa
l'ateneo friulano - rappresenta la prima ricerca di questo tipo
in Italia: ha valutato la natura, la frequenza e l'accuratezza
con cui queste due serie televisive affrontano i temi legati
alla salute pubblica.
Coordinato da Laura Brunelli, lo studio è stato condotto con
la collaborazione di Gianluca Voglino, insieme a un pool di
ricercatori e a Roberta Siliquini e Silvio Brusaferro.
"L'obiettivo principale era analizzare come due tra i medical
drama più noti trattano temi cruciali per la salute collettiva;
ci aspettavamo un'attenzione maggiore a temi come la prevenzione
e la promozione della salute", ha detto Brunelli . Il gruppo di
ricerca ha esaminato 94 episodi di Grey's Anatomy e Dr. House,
trasmessi tra il 2010 e il 2019. I risultati indicano che solo
una minima parte degli episodi ha affrontato tematiche di salute
pubblica, come le vaccinazioni, i programmi di screening e il
controllo del fumo.
"Le serie tv - ha commentato Brusaferro - hanno il potenziale
per sensibilizzare il pubblico e influenzare i comportamenti, ma
il trattamento dei temi legati alla sanità pubblica in queste
produzioni è spesso lacunoso, superficiale e disinformato". "La
tv e i media sono strumenti potenti per educare il pubblico,
tuttavia - ha proseguito Brunelli - perchè siano efficaci è
necessario un impegno maggiore per garantire che le informazioni
veicolate siano scientificamente accurate e capaci di
sensibilizzare veramente la popolazione".
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