Il Pil del Fvg, secondo le analisi
dell'Ufficio Studi di Confindustria Udine basati su dati
Prometeia aggiornati a gennaio, è previsto in crescita dello
0,3% nel 2025 (0,6% la stima tre mesi fa) e dello 0,7% nel 2026.
Sono i dati diffusi stamani precisando che il Pil è aumentato in
volume dello 0,3% nel 2024 (0,7% stimato lo scorso ottobre).
Dunque una revisione al ribasso rispetto alle stime di tre mesi
fa, imputabile all'andamento di investimenti e esportazioni
inferiori alle attese che ha ridotto l'effetto di trascinamento
sul 2025.
Un anno questo che, per Confindustria Udine, è
penalizzato da un quadro internazionale incerto.
Per quanto riguarda le componenti della domanda, i consumi
delle famiglie (CF) dovrebbero espandersi a un ritmo superiore a
quello del Pil, sia nel 2025 (+0,7%) che nel 2026 (+0,8%),
sostenuti dal migliorato potere d'acquisto delle famiglie e
dalla riduzione dei tassi di interesse.
Alla crescita nel 2026
contribuirà anche la ripresa dell'industria. A fine del 2026 i
consumi dovrebbero aumentare del 2,5% rispetto al livello
pre-pandemico.
E' previsto un calo (-0,7% nel 2025 e -1,4% nel 2026) anche
negli investimenti (IFL), dopo un quadriennio 2019/2023
positivo, per la incertezza della domanda estera. La Transizione
5.0 patisce difficoltà burocratiche rispetto alla Transizione
4.0.
Le esportazioni (EXP) di beni in volume, dopo il crollo nel
2023 e in misura minore nel 2024, dovrebbero avere una ripresa
espansiva nel 2025, +3,7%, e nel 2026, +3,5%. Si stima un deciso
calo nelle costruzioni (-3,2 % nel 2025; -6,2% nel 2026), ma un
trend positivo nei servizi (+0,7% nel 2025 e +0,9% nel 2026).
L'occupazione subirà una decelerazione quest' anno (dal +1,6%
nel 2024 al +0,8% nel 2025 e +0,6% nel 2026). Il tasso di
occupazione per la fascia di età 15-64 anni è ai massimi e in
ulteriore crescita, sorretto dall'espansione degli occupati ma
anche dalla contrazione della popolazione attiva, arrivando al
70,8% nel 2025 e al 71,6% il prossimo. Occorre incrementare la
partecipazione al lavoro di donne e giovani e promuovere
l'ingresso di lavoratori stranieri, anche per sostituire chi
andrà in pensione (70mila entro il 2028). Il tasso
disoccupazione scenderà al 3,5% nel 2025 e al 3,2% nel 2026.
Per il presidente di Confindustria Udine, Luigino Pozzo, "il
2025 sarà un anno sfidante, in particolare per il comparto
manifatturiero, ma ci sono significativi segnali di ripresa
all'orizzonte, già nel 2026. In questi mesi dovremo quindi
stringere i denti e lavorare, anche in prospettiva, per
affrontare le note criticità strutturali del nostro sistema
produttivo: carenza di risorse umane qualificate, costo
dell'energia, aumento della competitività, attraverso
investimenti in digitalizzazione e sostenibilità". Con una
visione di medio-lungo termine occorrerà intervenire in settori
chiave: "immigrazione qualificata, orientamento
scolastico,formazione, energia, infrastrutture, accesso al
credito" sostenendo l'innovazione tecnologica, le riforme e le
semplificazioni normative e burocratiche".
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