Essenziale incrementare l'occupazione tra donne, giovani e stranieri per contrastare gli effetti della crisi demografica in Fvg.
È emerso durante il
convegno del Pd "Manifattura: motore di sviluppo, origine del
benessere" tenutosi oggi al centro culturale Le Grazie dove il
cosiddetto capitale umano è stato al centro del dibattito.
Il dato più allarmante riguarda la natalità: dai 9.000 nati
all'anno si è scesi a 6.982 nel 2023 (-22%).
Tra il 2011 e il
2023, oltre 30mila giovani tra i 18 e i 34 anni hanno lasciato
il Fvg, con una media di 2.500 persone all'anno, di cui nel
2023, il 55% dei laureati. Il valore potenziale della mobilità
verso l'esterno è stimato in 400 milioni, pari all'1% del Pil
Fvg. I giovani stranieri solo in minima parte concorrono al
riequilibrio demografico. Questo trend, unito alla previsione di
pensionamento del 30-40% della forza lavoro di Fincantieri nei
prossimi anni, rischia di aggravare ancora la carenza di
lavoratori qualificati. Anche il tessuto produttivo regionale è
in sofferenza. Tra 2010 e 2023 si sono perse 11.600 aziende
(-11,8%), con un impatto significativo nei settori agricoltura,
commercio e servizi. Oggi, il numero di imprese attive è sceso a
86.848, di cui 27.478 artigiane. Le prospettive a medio termine
dipingono un quadro ancora più critico. Entro il 2042, la
popolazione regionale si ridurrà del 3,3%, mentre la quota di
persone in età lavorativa calerà dal 62% al 55%. Per mantenere
l'attuale livello di occupati (530 mila), il tasso di
occupazione dovrà salire al 79% entro il 2034 e all'88% entro il
2044. Il convegno ha ribadito la necessità di interventi mirati
per arrestare l'emorragia di talenti e garantire le condizioni
giuste per il rientro dei giovani. La collaborazione tra
istituzioni, imprese e sindacati sarà determinante.
Tuttavia, per Massimiliano Ciarrocchi, d.g. Confindustria
regionale e Confindustria Alto Adriatico, "nonostante le
criticità, il Fvg continua ad essere attrattivo per la
manifattura. Grazie all'azione congiunta dell' amministrazione
regionale, di Confindustria e organizzazioni sindacali, negli
ultimi due anni sono state affrontate e risolte numerose crisi
d'impresa, garantendo stabilità e sviluppo. Cresce l'interesse
di investitori e imprese a insediarsi nel nostro territorio".
Ciarrocchi ha evidenziato come la politica economica degli Usa
con le sue discontinuità e la crisi della Germania -
tradizionale mercato di sbocco per il manifatturiero regionale -
stiano creando una situazione di grande incertezza. Gli Usa
"rappresentano un'importante destinazione per l'export, ma
l'annuncio di nuovi dazi da parte di Trump su settori strategici
come vino (fino al 200%) e acciaio, con possibili estensioni ai
macchinari, rischia di avere un impatto significativo sulle
imprese del Fvg". Punto chiave dell'analisi di Ciarrocchi
riguarda i settori trainanti della regione: mezzi di trasporto,
meccanica e agroalimentare, il cui futuro dipenderà dalle
politiche commerciali internazionali e il ruolo strategico della
Regione nel settore della difesa. "In Fvg convivono realtà
industriali di primissimo piano come Leonardo e Fincantieri, che
operano in settori destinati a una forte crescita nei prossimi
anni. L'Europa investirà 800 miliardi nella difesa, e la nostra
regione si trova in una posizione privilegiata per intercettare
queste opportunità. Abbiamo le carte in regola per affrontare le
sfide del futuro".
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