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Grande Guerra: la dolina dei bersaglieri

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Grande Guerra: la dolina dei bersaglieri

Nonostante sia tra i posti più tragici, la natura è incantevole

16 ottobre 2018, 13:59

Redazione ANSA

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La Dolina del XV Bersaglieri sul monte Sei Busi - RIPRODUZIONE RISERVATA

La Dolina del XV Bersaglieri sul monte Sei Busi - RIPRODUZIONE RISERVATA
La Dolina del XV Bersaglieri sul monte Sei Busi - RIPRODUZIONE RISERVATA

TRIESTE - A vederla dall'alto sembra una buca causata da un meteorite. Un avvallamento nel pietroso Carso monfalconese, sul monte Sei Busi. Ma quella dolina ha una storia, una storia di morte e di sangue. Si sviluppa fra la Quota 89 (quella del Sacrario di Redipuglia) e Quota 118 (il Monte Sei Busi, appunto). Grazie alle operazioni di ripristino effettuate con il progetto "Sentieri di Pace", oggi è possibile scendere al suo interno e percorrere i suggestivi camminamenti utilizzati dai soldati durante la guerra.
La Dolina del XV Bersaglieri è stata chiamata così perché su un muro di una struttura è stato trovato un fregio con il simbolo di questo battaglione. Viene anche identificata però come "Dolina dei Cinquecento" perché proprio da questa zona sono stati scoperti in una fossa comune i corpi di cinquecento caduti, successivamente tumulati nel vicino Sacrario.
All'inizio della guerra la dolina era controllata dalle truppe austro-ungariche ma già dall'autunno del 1915 (Terza Battaglia dell'Isonzo) venne occupata dagli italiani che gradualmente la trasformarono in un efficiente punto di sostegno avanzato per la prima linea. Erano stati allestiti posti di medicazione, postazioni protette per i comandi, magazzini e depositi per munizioni.
Si deve all'indefesso lavoro dei componenti della Proloco di Fogliano-Redipuglia se questo sito oggi è conosciuto per essere un vero teatro naturale. Ogni estate si tengono manifestazioni culturali, concerti e dibattiti sotto le stelle. E l'afflusso della gente è sempre numerosissimo. Non solo il fatto di vivere in uno dei posti più tragici della Grande Guerra, insomma di camminare sui cadaveri di tanti nostri fratelli, ma anche quello di vivere una serata in assoluto silenzio, immersi nella natura, fa di questo posto qualche cosa di unico. Anche la valorizzazione di questo sito rientra tra le tante cose messe a punto durante le manifestazioni per i cento anni dalla fine del primo conflitto mondiale.

 

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