TRIESTE - Oltre millecinquecento spettatori hanno partecipato alle 'passeggiate' in 17 comuni lungo l'ex confine italo-austriaco nelle quali sono stati recitati, raccontati, diffusi e messi in scena fatti e aneddoti della Prima Guerra mondiale come sono giunti fino a noi dai vari diari di soldati e combattenti pubblicati in questi anni. Il progetto 'Oltreconfine' - diretto da Francesco Accomando con il coordinamento di Giampaolo Fioretti, Giovanni Russo e l'organizzazione di Cikale Operose - si è dipanato in oltre venti rappresentazioni lungo l'ex confine per vivere l'emozione di una memoria lontana cent'anni eppure ancora viva nelle famiglie che hanno sofferto il dramma su un confine che è divenuto un fronte cruciale per le sorti della Prima Guerra mondiale.
Ad accompagnare la passeggiata tra strade di campagna, vicoli, viali alberati, cimiteri fino all'ultima salita sul colle di Medea (Gorizia) - sede dell'Ara pacis mundi che raccoglie zolle di terreno di tutti i paesi in guerra - i racconti e le letture della Grande Guerra sono stati interpretati da decine di attori anche non professionisti.
Il progetto era nato dall'esigenza di creare, in un'area che era stata attraversata da un confine, un immaginario storico comune e condiviso rispetto ad alcuni avvenimenti significativi nella pluralità dei punti di vista e nel superamento di alcune distorsioni, mistificazioni e manomissioni intercorse negli anni successivi. "Un percorso lungo tre anni - dice il vicesindaco di Palmanova, Adriana Danielis, capofila del progetto - che ha saputo coinvolgere molte persone legate da un passato comune, vissuto nei territori di confine. Il lavoro di molti appassionati e studiosi di storia ha fatto emergere fatti e memorie spesso sepolte che ora possono diventare finalmente patrimonio comune. Abbiamo recuperato e salvaguardato una parte della storia di questi luoghi e di queste persone. Un progetto sapientemente trasferito in drammaturgia collettiva nel quale moltissimi volontari hanno dato il proprio grande contributo". "Quello della memoria - conclude il direttore Accomando - è un dovere dei vivi, ma è anche un diritto per i morti".
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