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Gli atleti italiani protagonisti a Rio

Settebello sfuma sogno finale, resta corsa bronzo

Azzurri pallanuoto sconfitti 10-8, Montenegro per il terzo posto

E' stata una semifinale con poca storia quella fra Italia e Serbia, vincitrice per 10-8, nel torneo olimpico di pallanuoto. Troppo forti i campioni del mondo in carica per il Settebello del ct Alessandro Campagna, che sognava la finale per prendersi la rivincita su quella Croazia che batté gli azzurri nella sfida per l'oro di Londra 2012. Invece contro i croati giocheranno un derby che già si annuncia 'bollente' i serbi, mentre gli azzurri se la vedranno con il Montenegro per il bronzo. La partita che ha visto ben 11 giocatori della Pro Recco in vasca, sette nelle file italiane e quattro in quelle serbe, era già sul 6-0 per i rivali di Tempesti e soci a metà del secondo quarto, e questo dice molto, oltre al fatto che nello stesso tempo di gioco gli azzurri, nonostante schierassero la formazione migliore (e la più esperta), per tre volte non erano riusciti a sfruttare la superiorità. Ma il divario tecnico era stato evidente, così come l'abilità dei serbi in marcatura, a volte ai limiti della regolarità ma sempre terribilmente efficace. Il primo gol dell'Italia, spinta dal sostegno del pubblico brasiliano, arrivava a 1'52" dalla fine del secondo quarto con un tiro dalla lunga distanza di Gallo, a cui faceva seguito la seconda rete con una prodezza di Velotto, talento della Canottieri Napoli e il più giovane della squadra di Campagna. Ma si trattava solo un brillare temporaneo, perché la Serbia riprendeva subito in mano il pallino del gioco e il match continuava a non avere storia, con un terzo periodo in cui l'Italia cambiava portiere (Del Lungo al posto del 37enne Tempesti) e veniva segnato solo un gol, per il 2-7 complessivo per l'aquila serba. L'Italia giocava da par suo solo nell'ultimo quarto, vinto col parziale di 6-3: il gol lampo di Presciutti era subito 'neutralizzato' da quello di Filipovic, ma poi l'Italia prendeva il sopravvento e segnava con Velotto, Figlioli, carioca diventato australiano prima di passare con gli azzurri, ancora Presciutti, Gallo e Bodegas. Il gol di quest'ultimo a quattro secondi dalla fine testimoniava di una reazione tardiva e rendeva, se possibile, ancor più amara questa sconfitta. Il commento più efficace era quello del ct Campagna subito dopo la fine: "Pur tenendo conto della forza della Serbia - ha detto -, i miei potevano fare di più e quando hanno reagito nell'ultimo quarto ormai era troppo tardi. Non so cosa sia successo all'inizio. Peccato, ma ora sotto con la finale per il bronzo".
   

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