Se c'è una disciplina olimpica in cui il motto decoubertiniano - ''l'importante è parteciparè' - resiste da sempre è quella del tennis da tavolo dove la supremazia cinese è assoluta. Gli atleti nati dietro la Grande Muraglia rappresentano una 'invincibile armata', con numeri da primato. Basti pensare che finora - il tennistavolo è sport olimpico da Seul 1988 - i cinesi hanno portato a casa 47 medaglie totali, di cui 24 d'oro, contro le 18 dei sudcoreani (solo tre però gli ori) e le tre massimo di altre nazioni.
Se anche a Rio 2016 sara' per tutti una 'mission impossiblè, gli italiani però non potranno nemmeno provarci, perchè nessuno si è qualificato il torno di Rio, che si terrà al Riocentro dal 6 al 17 agosto. L'Italia aveva finora sempre portato uno o piu' atleti ai Giochi, tranne che a Sydney, e proprio nella casa del dragone, a Pechino, aveva ottenuto il miglior risultato, arrivando nei sedicesimi sia nel maschile che nel femminile. Questa volta le speranze si sono spente all'inizio di maggio, quando Mihai Bobocica, il migliore degli azzurri con la sua 56/a posizione, non è riuscito a entrare tra i 22 qualificati che hanno completato il lotto dei 64 partecipanti individuali ai Giochi di Rio 2016. L'italo-bulgaro ha mancato lo sperato tris dopo Pechino e Londra. Anche le azzurre non avranno rappresentati, essendo tutte troppo indietro nella classifica Ittf, a partire dalla campionessa italiana, Nikoleta Stefanova, che a sua volta sperava nel tris dopo le partecipazioni ad Atene e Pechino. L'atleta è peraltro stata al centro di una polemica con la federazione per essere stata esclusa dal torneo di qualificazione disputato a metà aprile. Dopo Londra si sperava di ripartire con nuovi giovani, forze fresche che però alla prova dei fatti non sono riuscite ad imporsi a livello internazionale. Se ne riparlerà a Tokyo.
E' dominio Cina, l'Italia passa la mano
