Il riflessivo Greg, il 'casinaro' Gabriele. I gemelli diversi dell'acqua si abbracciano, sorridono, minacciano tinture bionde ai capelli, perché quel podio "insieme è una roba speciale". E un po' del piccolo miracolo italiano, che ritrova medaglie al maschile nel nuoto dopo quattro Olimpiadi e sedici anni dai fasti di Fioravanti e Rosolino a Sydney, sta anche in quell'alchimia che si è creata tra Paltrinieri e Detti, coetanei, appena sette giorni più grande il toscano. Il primo era quasi obbligato a vincere a Rio dopo il tiolo mondiale ed europeo, il secondo però dopo un anno orribile (il 2015) dagli europei di Londra ai Giochi brasiliani ha messo in piedi uno show che gli è valso due bronzi, nei 400 sl e il bis nei 1500. Entrambi classe '94, Greg emiliano di Carpi, Gabriele di Livorno, vivono il nuoto insieme: condividono i km in acqua, ma anche la mensa, lo svago in quel centro federale di Ostia, sul litorale romano, che vuole diventare cuore pulsante dell'attività natatoria azzurra. "Essere in due li aiuta eccome - gongola Stefano Morini, il tecnico e zio di Detti, artefice del colpo d'ala dell'Italnuoto - il nostro progetto va avanti, ostia ormai ce la invidia il mondo e in tanti chiedono di allenarsi lì". Già perché in questo 'ombelico' del mondo che nuota i due azzurri diventati amici hanno formato una coppia che ora guarda al futuro con ambizioni sempre più alte. "Ce lo siamo meritato - sorride il livornese, sempre la battuta pronta, si nasconde dietro l'amico mentre fa le interviste e poi fa capolino - la medaglia vinta da solo ha fatto effetto, ma questo podio per due lo abbiamo costruito insieme, e insieme è speciale". L'istrionico toscano, un incidente da bambino che ha rischiato di fargli perdere una gamba, in acqua mette in atto il suo show, perché lui non nuota all'ombra di Greg. Chilometri e fatica ogni giorno, ed è quella condivisione che ora il nuoto azzurro guarda come il punto di forza anche per far crescere un movimento che, orfano della forza di Federica Pellegrini, non raccoglie molto agli appuntamento che contano. Soprattutto le Olimpiadi. "Ho come l'impressione che siamo arrivati qui con atleti che si sentono di serie B, rassegnati. Così non va - dice il dt delle nazionale, Cesare Butini - si sentono un po' inadeguati, quasi soffrissero una sudditanza psicologica . Bisognerebbe vivere il contesto comune di un centro federale che è quello che poi si ritrova ai Giochi". Quello che vivono i due azzurri che hanno riportato il sorriso all'Italia dell'acqua e che adesso rappresentano il faro per tutto il resto della nazionale. Un modello che parte dal talento indiscutibile dei due fratelli di piscina: uno pensa, l'altro scherza ma in vasca formano un tandem che adesso non si pone limiti. E un obiettivo c'è: "Vincere una medaglia ex aequo".