Un pianto a dirotto. Lacrime di rabbia per aver mancato l'oro, ma anche di commozione per aver regalato all'Italia una medaglia. L'italo-cubano Frank Chamizo non riesce a smettere di piangere. Prima sul podio, poi nelle interviste, quando il singhiozzo interrompe di continuo le sue parole. Da campione del mondo in carica, a Rio era venuto solo per vincere e il bronzo conquistato non gli basta. "Ho lavorato duramente negli ultimi quattro anni e non per ottenere soltanto un bronzo - confessa - Volevo vincere, solo questo contava". La sua corsa verso l'oro, che all'Italia manca da 36 anni (Claudio Pollio a Mosca), si è interrotta in semifinale contro il campione olimpico di Londra 2012, l'azero Asgarov, che era stato l'ultimo a battere il 24enne azzurro in una manifestazione internazionale (a Baku nei Gochi Europei). Una storia particolare la sua: cresciuto povero, viveva insieme alla nonna, visto che la madre era andata a fare la domestica in Spagna e il padre era fuggito negli Stati Uniti. Essere entrato per caso in una palestra, a sette anni, è stata la svolta della vita visto che gli venne la voglia di fare il lottatore e non gli è più passata.
A Cuba nel 2010 Chamizo era stato proclamato 'atleta giovane dell'anno', poi non riuscendo più a rientrare nei limiti di peso dei 55 kg. era stato escluso dalla nazionale e sospeso. Senza stipendio, il 24enne lottatore che si allena al centro federale di Ostia, ha conosciuto la fame e mille mestieri, poi il matrimonio con la collega italiana Dalma Caneva, che gli ha permesso di diventare cittadino italiano, prima della separazione. La delusione per Chamizo è doppia perché sente di non aver dato tutto quello che poteva. "Non so cosa mi è successo - aggiunge - Non ero carico come al solito, forse ho sentito troppo la pressione. Non era il vero Chamizo quello che si è visto oggi". A complicargli la giornata anche il solito problema al gomito, e un arbitraggio a suo dire non proprio impeccabile: "Contro l'azero mi è uscito il gomito - racconta - purtroppo ho questo problema, per fortuna poi è rientrato. Poi certo, quando combatti contro Asgarov sai che i giudici lo difendono. E' un combattente di alto livello, e batterlo con grande differenza è molto difficile". Sfumato l'oro, Chamizo è riuscito almeno a centrare il bronzo contro l'americano Frank Aniello Molinaro, non senza rischiare: "Lui non è un lottatore del mio livello, ma quasi riusciva a battermi. Mi ha menato come se fosse un incontro di kickboxing - ammette mostrando i segni davanti le telecamere - Mi sono sentito male, ma per fortuna sono riuscito a vincere". Una medaglia che Chamizo dedica al paese che gli ha dato una seconda vita: "Sono felice di aver dato questa soddisfazione all'Italia, il paese che mi ha dato la possibilità di un'altra vita". "Dedico questo bronzo alla federazione e all'Esercito - conclude - Dopo la separazione da mia moglie, sono loro la mia famiglia". Tra quattro anni a Tokyo proverà a fargli una dedica d'oro.