Il mondo del golf è ai piedi di Scottie Scheffler. Ad Augusta, il numero 1 al mondo ha vinto per la seconda volta il The Masters sbaragliando la concorrenza. In Georgia, l'americano ha bissato l'exploit del 2022 indossando nuovamente la "green jacket" simbolo del torneo. Unico giocatore a finire in doppia cifra, si è imposto con uno score di 277 (66 72 71 68, -11) colpi, superando Ludivg Aberg, 2/o con 281 (-7).
Lo svedese, al debutto assoluto in un Major, è stato il solo avversario capace di tenergli testa nel quarto e decisivo round.
Il bis all'Augusta National Golf Club (par 72) garantisce a Scheffler un posto nella storia. Perché il suo secondo Masters è arrivato in sole cinque partecipazioni, l'ultimo a riuscire in questa impresa era stato Horton Smith con le affermazioni nel 1934 (prima edizione) e nel 1936. "Non ho parole per esprimere quello che sto provando in questo momento, è un sogno. Meredith, sto arrivando", ha detto tra le lacrime di gioia, rivolgendosi alla moglie incinta che lo stava guardando dalla televisione, il campione. Tra pochi giorni diventerà papà per la prima volta, in un anno per lui già d'oro che lo ha visto trionfare pure all'Arnold Palmer Invitational e al The Players. Alla terza vittoria nelle ultime quattro gare giocate (caratterizzate anche da un secondo posto allo Houston Open), ha festeggiato il nono titolo in carriera sul PGA Tour (al netto di due Major).
Dalle lacrime alla Ryder Cup di Roma 2023 dove, dopo aver perso nel doppio contro Viktor Hovland e Aberg, si lasciò andare ad un pianto di delusione liberatorio, ai trionfi. Fenomeno anche d'incassi, ha guadagnato 12.653.735 dollari negli ultimi 35 giorni, la nuova impresa ad Augusta gli ha fruttato 3.600.000 dollari a fronte di un montepremi complessivo di 20.000.000.
Scheffler ha ricevuto la giacca verde dalle mani di Jon Rahm, numero 3 del world ranking e asso della Superlega araba. La LIV Golf è uscita battuta dal confronto. Anche "grazie" a Scheffler, il very normal people del golf che ha rifiutato le lusinghe economiche della lega separatista finanziata dal Pif scegliendo di rimanere, almeno per il momento, sul PGA Tour. Diciottesimo giocatore a vincere più volte il Masters, è il primo a compiere l'impresa da Bubba Watson (2012, 2014). Quarto più giovane a riuscirci dopo Jack Nicklaus, Tiger Woods, Severiano Ballesteros, all'età di 27 anni, 9 mesi e 24 giorni, Scheffler è oggi il dominatore assoluto del golf.
Cresciuto nel mito di Derek Jeter, ex giocatore di baseball, Scheffler indica Michael Jordan come il più grande atleta di sempre. Cattolico praticante, con il collega-amico Sum Burns ogni anno organizza un ritiro annuale con i membri del College Golf Fellowship basato sulla fede. Ad Augusta, quando aveva la vittoria in pugno, continuava a guardare per terra senza lasciarsi travolgere dalle emozioni e dagli applausi dei "patrons". "E' il mio modo di concentrarmi, di mantenere la pressione alta", ha raccontato. Scheffer ha voluto condividere la gioia del trionfo con il suo caddie. "E' un ragazzo speciale", ha detto di lui Scot Tedd. "Mio figlio o mia figlia, insieme a mia moglie, adesso avranno la massima priorità, il golf verrà dopo. Ma amo competere e non ho certo intenzione di smettere", chiarisce Scheffler.
E' stato ancora una volta il suo Masters, nonostante il ritorno di Woods, 60/o con 304 (+16) e ultimo tra coloro che hanno superato il taglio. Per il californiano è stato un Masters tra record positivi (per la 24esima volta di fila ha staccato il pass per la fase finale del torneo) e negativi (il suo 82, +10, nel "moving day" è il punteggio più alto nei suoi 100 round ad Augusta). Tra le delusioni più grandi, lo spagnolo Rahm, 45/o con 297 (+9), e il nordirlandese Rory McIlroy, 22/o con 292 (+4), che per la decima volta ha sprecato l'opportunità di completare il Grande Slam.
Tra fede e normalità Scheffler, antidivo che porta in campo sempre un quarto di dollaro bicentenario che commemora l'indipendenza americana, ama il cinema, il ping pong e il basket, è il "Master & Commander" del golf.