Sara Di Pietrantonio era già morta quando l'ex fidanzato Vincenzo Paduano l'ha cosparsa di alcool, dandole fuoco la notte tra il 28 ed il 29 maggio scorso a Roma. La conferma è arrivata dalle analisi del sangue e dei polmoni. Gli accertamenti sono stati eseguiti durante l'autopsia, che ha anche stabilito che la morte della studentessa è avvenuta per strangolamento.
Paduano tornerà a breve davanti ai magistrati per essere sentito nuovamente su quanto avvenuto. I titolari dell'inchiesta, dopo aver esaminato tutte le risultanze tecniche, a cominciare dai risultati autoptici e aver accertato il tenore delle minacce, così come emerge dai messaggi inviati a Sara, chiederanno a Paduano se ha rimosso "i vuoti di memoria" che hanno scandito la ricostruzione dei fatti da parte di quest'ultimo.
"Gli amici di Sara si sono uniti in un abbraccio pieno di amore ed io li ringrazio tutti, ringrazio quanti stanno dimostrando il loro affetto con manifestazioni spontanee di solidarietà", ha scritto Alberto Di Pietrantonio, il padre di Sara, in una lettera pubblica.
"Ringrazio - ha aggiunto - la dottoressa Monteleone anche per il suo appello fermo e profondo, la dottoressa Fazi, la polizia giudiziaria e tutti gli inquirenti che a vario titolo stanno attentamente e incessantemente operando". "Mi sento anche di ringraziare - sottolinea ancora il papà di Sara - il mio legale, il professor Mauro Bacci e tutti i nostri consulenti che, coordinati dalla dottoressa Giannetakis mi assistono con riserbo e professionalità. Ringrazio infine i rappresentanti della stampa che hanno dimostrato rispetto del nostro dolore e li invito a continuare a comprendere il nostro silenzio".
Domani previsto il nulla osta per il rilascio della salma di Sara ai familiari.
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