A Ostia la mafia non ha mai avuto piani separatisti da Roma come in Sicilia. Per il resto il territorio marittimo della capitale ha sviluppato negli ultimi decenni alcune analogie con quelli del sud Italia a forte presenza di criminalità organizzata. Tra sentenze che affermavano la presenza dei clan e altre che la negavano. Eppure Ostia, il Decimo Municipio in generale, si é a lungo pensato ed é stato pensato come qualcosa di distinto dalla città propriamente detta. Un luogo marchiato dallo stigma nel 2015 con lo scioglimento dell'amministrazione Pd. L'unica colpita a seguito dell'allora inchiesta 'Mafia Capitale'. "Qui le cose sono cambiate negli anni '70-'80 con la Banda della Magliana", raccontava tempo addietro Renato Papagni, potente e discusso architetto 70/enne rieletto per l'ennesima volta alla guida di Federbalneari ad aprile.
Dal suo stabilimento Le Dune sul Lungomare Duilio si guarda al passato e al presente di Ostia, perla ai tempi del Fascismo e nei Sessanta. Una progressiva infiltrazione mafiosa - siciliana, napoletana, calabrese, autoctona e nomade - sembra aver reso l'attuale 'X' nell'immaginario collettivo una sorta di Miami Beach di 30 anni fa, tra soldi facili, speculazioni, violenza e corruzione. Una visione che a Ostia in molti contestano ritenendo che sia stato proiettato sul litorale il marciume di Roma come in una rimozione collettiva. Di qui lo scioglimento del Municipio. Due anni di commissariamento del prefetto Domenico Vulpiani hanno tentato di riportare la legalità, tra inchieste giudiziarie e giornalistiche. Nel frattempo il presidente allora Pd Andrea Tassone é stato condannato a 5 anni di carcere. Il clan dei nomadi italiani Spada colpito da una sentenza contro sette propri membri con l'aggravante mafiosa.
Il clan Fasciani dovrà affrontare un nuovo processo d'appello perché l'esclusione dell'aggravante non ha convinto la Cassazione. Restano i Triassi, legati alla mafia siciliana, che secondo molti starebbero approfittando della situazione per riorganizzarsi. Gli ultimi anni a Ostia e nell'enorme hinterland sono stati punteggiati anche da gambizzazioni e omicidi, il più clamoroso quello duplice del 2011, vittime 'Baficchio' e 'Sorcanera', due boss dello spaccio. Nel 2014 era finito in carcere Aldo Papalini, direttore dell'ufficio tecnico del Municipio, condannato a febbraio di quest'anno a 8 anni con l'aggravante mafiosa per aver favorito nelle concessioni balneari il clan Spada.
Nel 2015 era finito nella polvere Mauro Balini, presidente del Porto di Ostia. Intanto sui media locali e sui social si lotta a colpi di articoli e di tweet tra associazioni antimafia di diversa estrazione, vere o sospette. Con una cronista di 'Repubblica', Federica Angeli, sotto scorta da tempo per aver assistito a una sparatoria dalla finestra di casa. Veleni sul reale impegno contro i clan che sono rimbalzati anche in campagna elettorale, tra accuse di legami inconfessabili.
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