Una stagione di sgomberi in una città che conta 90 palazzi occupati. Stamani nel corso del comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza, alla presenza del ministro Salvini, della sindaca Raggi e del procuratore Pignatone, si è stilato un cronoprogramma con la sicurezza che la Regione Lazio darà un milione di euro per assistere le persone sgomberate. La priorità per gli sgomberi previsti in città seguono indicatori ben precisi: gli edifici pericolanti, quelli in cui sono state riscontrate condizioni igienico-sanitarie degradate, quelli per cui è intervenuta una sentenza della magistratura.
Dopo gli sgomberi più noti (l'edificio di migranti in via Curtatone nel 2017 e quello di via Raffaele Costi a settembre di quest'anno), ora all'orizzonte ce n'è almeno un altro: la liberazione 'soft' di un palazzo vicino San Giovanni, in via Carlo Felice. In questo caso Comune e Regione già stanno lavorando da tempo a soluzioni alternative per gli occupanti, cercando il più possibile una condivisione.
Nel piano di intervento al momento ci sarebbero una decina di situazioni sotto i riflettori: oltre a via Carlo Felice, l'ex fabbrica di Penicillina in via Tiburtina, una ex scuola in via Cardinal Capranica, uno stabile in via dell'Impruneta; l'ex Inps in via Tuscolana, un palazzo in viale del Caravaggio e l'ex salumificio in via Prenestina trasformato oggi in un museo.
E se la sindaca Raggi ha pungolato Salvini sull'occupazione di Casapound, "mi aspetto un segnale forte ma l'input non deve arrivare da me", il ministro ha fatto sapere che si parte "dai primi quattro stabili occupati che hanno carattere di instabilità", dunque dalle priorità lasciando intendere che lo stabile di via Napoleone III di Casapound non è tra questi. Durante il vertice si è affrontato il caso della giovane Desirée Mariottini, morta in un palazzo di San Lorenzo diventato covo di spacciatori.
L'immobile in questione in via dei Lucani è proprietà di una srl amministrata dal fratello di Walter Veltroni, Valerio, che ha spiegato così la situazione: lo stabile è occupato ormai da due anni non da "sbandati" o senza tetto, bensì da "delinquenti organizzati che tentano di assumere il controllo di un territorio".
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