È un'etichetta-firma sulla porta di
legno ad annunciare la meraviglia che si sta per spalancare, lì,
al quarto piano di un palazzo piccolo borghese a Roma. Un
trionfo di colori, forme, geometrie che investono pareti,
lampade, soffitti, mobili, piastrelle, abiti appesi e ogni
utensile e particolare immaginabile. È FuturBalla, come recita
l'etichetta, ovvero la casa-opera d'arte di Giacomo Balla
(1871-1958), l'artista mondiale che nel 1915 con Fortunato
Depero siglò il Manifesto per la ricostruzione futurista e che
qui visse dagli anni Trenta fino alla morte con le figlie Luce
ed Elica. Per i 150 anni della nascita, il Maxxi lo festeggia
con Casa Balla. Dalla casa all'universo e ritorno, progetto a
cura di Bartolomeo Pietromarchi e Domitilla Dardi, che dal 17
giugno porta nelle sale disegnate da Zaha Hadid una selezione di
opere di Balla come la porta del celebre Studiolo rosso in
dialogo con quelle di 8 artisti contemporanei (Ila Bêka e Louise
Lemoine, Carlo Benvenuto, Alex Cecchetti, Jim Lambie, Emiliano
Maggi, Leonardo Sonnoli, Space Popular, Cassina con Patricia
Urquiola). E, soprattutto, dal 25 giugno, compie il piccolo
"miracolo", in collaborazione con la Soprintendenza Speciale di
Roma e il contributo di Banca d'Italia, di aprire al pubblico
quella casa dove tutto è arte (fino al 21 novembre; la casa solo
su prenotazione nel week end.).
"Entrando lì - racconta la presidente della Fondazione Maxxi,
Giovanna Melandri - si capisce davvero chi era Balla". In un
allestimento, aggiunge Pietromarchi, "che restituisce la
dimensione della famiglia e racconta un genio italiano che
sapeva creare cose dal nulla". Al via il 17 giugno anche la
mostra "Io, Villa Adriana" con tele e provini fotografici di
Luca Vitone, tra gli spazi del museo e la residenza
dell'imperatore a Tivoli (fino al 12 settembre). E "L'Inferno di
Dante", omaggio di Valentina Vannicola ai 700 anni della
scomparsa del Sommo Poeta (fino al 2 settembre).
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