Prendere più del 19% non è gli
bastato per andare al ballottaggio, ma Carlo Calenda può a ben
ragione vantare un risultato "mai visto prima", come ha
rivendicato lui stesso analizzando il voto. E' questa la
sorpresa del voto di Roma, assieme al boom di Rachele Mussoli:
la nipote del Duce, figlia di Romano e candidata di Fdi, a
spoglio avanzato risulta quella con più preferenze. Il partito
di Giorgia Meloni, a sua volta con il 17,42% va meglio che in
altre città, è la seconda lista più votata e prende il triplo
dei voti della Lega (al 5,93%). Il Pd, terzo, si ferma al
16,38%, ma si è conteso le preferenze con la lista Gualtieri
sindaco al 5,4% e le altre in appoggio alla candidatura dell'ex
ministro dell'Economia. La sindaca uscente Virginia Raggi,
arrivata quarta, attrae parte del voto disgiunto ed esce meglio
del Movimento 5 Stelle e della sua classe dirigente. Raggi
chiude al 19,09% mentre il M5s si ferma all'11%. Bisognerà
aspettare il ballottaggio per conoscere l'esatta composizione
dell'Aula Giulio Cesare. Ma dallo spoglio arrivano già delle
indicazioni. Forse un po' al di sotto delle attese il risultato
di Simonetta Matone, la magistrata candidata pro-indaco con
Michetti e capolista della Lega (3.210 voti quando però mancano
novecento sezioni). Nel Pd il più votato è Maurizio Veloccia
(4.525 a spoglio non definitivo), due mandati fa presidente
dell'XI Municipio, al Portonaccio. Poco meno le preferenze per
Sabrina Alfonsi, capolista e per due volte presidente del Primo
Municipio, quello del Centro. Resta in panchina, invece, l'ex
difensore della Roma Ubaldo Righetti, campione d'Italia con la
Roma di Liedholm. Bene invece l'ex assessore di Ignazio Marino,
Giovanni Caudo, già presidente del III Municipio e candidato
nella Lista Roma Futura pro Gualtieri, con circa 3000 voti e
Paolo Ciani (Demos), che coagula il voto dell'associazionismo
cattolico e totalizza circa 1500 voti.
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