E' nato a Istanbul nel 1959 ma da 48
anni è in Italia, amatissimo regista e scrittore: Ferzan Ozpetek
quando in Italia si parla di Turchia, specie per qualche
tragedia, è il primo interlocutore. "Dopo 48 anni di Italia -
dice all'ANSA il regista delle Fate Ignoranti - essere chiamato
per questo mi ha fatto riflettere. Chi mi contatta non sa che
qualsiasi cosa accada in Italia anche i turchi mi cercano per
confortarmi o saperne di più, è successo per il terremoto
dell'Aquila o all'inizio della pandemia quando dopo la Cina
sembravamo l'unico paese contagiato: sono turco in Italia,
italiano in Turchia. Penso invece che questa volta, come per
altre disgrazie capitate, non ci siano nazioni: la Terra è di
tutti, siamo un popolo solo, siamo una umanità sola. Questo
cambio di visuale farebbe bene a tutti, ci farebbe sentire
davvero fratelli senza steccati. Invece - osserva Ozpetek -
secondo me riferirsi all''altro' è un modo per allontanare il
problema e il dolore, passandolo a qualcun altro". Quanto agli
aiuti Ozpetek li sta dando "come stanno facendo tutti perchè la
solidarietà è una delle spinte umane più belle".
Il suo spettacolo Ferzaneide, viaggio sentimentale
attraverso il racconto dei suoi ricordi, con lui sul palco solo
ad affabulare il pubblico sulla sua carriera artistica ma
soprattutto sul suo potente sentimento per la vita, è ovunque
sold out, comprese le tre date a Roma da domani all'Ambra
Jovinelli e poi in quelle successive al Parenti di Milano.
"Una parte degli incassi andrà a Ahbap, una piattaforma
turca di cui mi fido", aggiunge il regista che qualche giorno fa
ha lanciato un appello di solidarietà cui si sono aggiunti altri
cineasti per sostenere l'associazione che mira a creare reti di
cooperazione durature e si è subito messa in azione per il
disastro del sisma per fornire riparo, cibo e forniture mediche.
"Chi ha comprato i biglietti neppure lo sa, glielo racconterò io
stesso nello spettacolo", dice il regista.
Le azioni del governo turco? "Semi bloccare twitter è di una
cattiveria rara, un accanimento, si adoperasse piuttosto a
mandare aiuti in tutti i posti. E Assad in Siria? Come si può
chiedere aiuto e dire che non andranno ai villaggi dei ribelli.
Allucinante".
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