E' in corso, da parte dei carabinieri, una perquisizione nell'abitazione di Matteo Di Pietro, il giovane indagato per omicidio stradale per la morte del piccolo Manuel
L'attività istruttoria è svolta su delega della Procura di Roma.
Sono complessivamente cinque i telefoni su cui la Procura di Roma ha affidato incarico per una consulenze tecnica nell'ambito dell'inchiesta sull'incidente di Casal Palocco, costato la vita al bimbo di cinque anni.
Si tratta dei dispositivi mobili sequestrati alle cinque persone che erano a bordo del Suv Lamborghini che è andato ad impattare contro la Smart. Obiettivo di chi indaga è individuare, oltre ai video, anche i messaggi utili alle indagini e a ricostruire quanto avvenuto il 14 giugno scorso. Al momento nel fascicolo, coordinato dal procuratore aggiunto Michele Prestipino, resta indagato solo Matteo Di Pietro, il ventenne che era alla guida, ma la posizione degli altri quattro, tre ragazzi e una ragazza, resta al vaglio degli inquirenti.
Di Pietro fa parte del gruppo TheBorderline autore di sfide da postare poi online. Dopo l'incidente le forze dell'ordine avevano acquisito i telefoni anche delle altre persone, tre ragazzi e una ragazza, che erano a bordo della Lamborghini. In queste ore, intanto, la polizia giudiziaria sta effettuando una serie di audizioni di testimoni, tra cui anche appartenenti al collettivo. Nei prossimi giorni verrà ascoltata anche la mamma del piccolo che era con lui a bordo della Smart travolta dal Suv.
Il padre di Manuel: "Strappato da questo mondo infame" - "Ti ameremo per sempre!". E' quanto scrive sul suo profilo Instagram il padre del bimbo di 5 anni morto nell'incidente di Casal Palocco, a Roma, il 14 giugno.
Una residente: 'Scena raccapricciante'
"Erano due giorni che correvano come matti. Li abbiamo visti poco prima passare vicino al benzinaio, e sparire in nemmeno un secondo, poi abbiamo sentito il boato". A Casal Palocco tutti continuano a ripetere che il suv Lamborghini dei The Bordeline che ha travolto la Smart il piccolo Manuel che ha perso la vita, andava ad una velocità folle. E non riescono ancora a farsene una ragione. "Questa storia - dice uno degli abitanti - ci è arrivata addosso come un proiettile". Quello che è successo, aggiunge un altro cittadino, "poteva accadere ad ognuno di noi. Se qualcuno vedesse le telecamere capirebbe di cosa parliamo". E in molti se la prendono anche con chi "ha affittato quell'auto". Il pensiero principale di tutti, però, va alla famiglia del piccolo Manuel. "Penso - dice Barbara - che sia giusto che il quartiere e tutte le zone limitrofe si uniscano per fare una fiaccolata per esprimere sia vicinanza alla famiglia sia il nostro dissenso a certi comportamenti. Tutto in modo pacifico. Sperando soprattuto che sia partecipata dai giovani e dai giovanissimi che seguono tutti questi canali social". Quando? "Il prima possibile - aggiunge - parleremo con il presidente del Consorzio e con il municipio per riuscire ad organizzarla".
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