Arriva dal Senato il primo via libera del Parlamento al museo della Shoah di Roma, con un voto all'unanimità, 157 i sì, e un lungo applauso dell'aula di Palazzo Madama dopo l'ok dell'assemblea. Ora il provvedimento, che era stato varato dal Consiglio dei ministri il 16 marzo, passerà all'esame della Camera. "Ringrazio il Senato per aver approvato all'unanimità dei presenti il disegno di legge di iniziativa governativa che renderà possibile l'istituzione, a Roma, del museo nazionale dedicato alla memoria del crimine dell'Olocausto, la cui unicità storica non va mai dimenticata", ha dichiarato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, a margine del voto. "In questo modo - ha aggiunto - si sanerà una mancanza perché un museo della shoah è presente in tutte le grandi capitali d'Europa e mi sembrava doveroso realizzarlo anche in Italia. E' importante coltivare la memoria del grande crimine della Shoah. In pochi mesi dal nostro insediamento, stiamo portando a compimento un impegno che è stato solo annunciato per anni. Ora auspico che la Camera possa approvare definitivamente il testo in tempi ragionevoli e con gli stessi numeri del Senato".
L'impegno per l'istituzione del museo è stato chiesto dai rappresentanti di tutti i partiti intervenuti nella seduta presieduta dal presidente Ignazio La Russa.
Il provvedimento prevede che "la Fondazione museo della shoah è posta sotto la vigilanza del ministero della Cultura che programma le attività museali anche tenuto conto degli indirizzi della Presidenza del Consiglio dei ministri". Per la realizzazione e il funzionamento del museo "è autorizzata la spesa di 4 milioni di euro per l'anno 2023, di 3 milioni di euro per l'anno 2024, di 3,050 milioni di euro per l'anno 2025 e di 50.000 euro annui a decorrere dall'anno 2026". La storia del museo ha ormai vent'anni, dall'annuncio a oggi: e c'è anche un progetto di Luca Zevi e un'area a Villa Torlonia, lungo la via Nomentana. L'idea iniziale di costruire a Roma un museo nasce addirittura nel 1997. Ma fu Walter Veltroni, nel 2005, allora sindaco, ad annunciare per l'anno successivo l'avvio dei lavori. In quell'occasione il Campidoglio acquisisce un'area di Villa Torlonia, proprio vicino all'allora residenza di Benito Mussolini: una scelta dal forte valore storico e simbolico. Nel 2013 viene pubblicata una procedura aperta per l'affidamento dell'appalto, e partecipano 24 società.
Nell'agosto del 2014 si parla di spostare tutto all'Eur, ma nel 2015 viene firmata la determina per Villa Torlonia. Nel 2016 l'iter è rallentato da una serie di ricorsi ma già a settembre la sindaca Virginia Raggi annuncia che il progetto sarebbe partito a breve. A fine 2019 l'architetto Zevi parla di iter amministrativo praticamente concluso, ma poi scoppia l'emergenza Covid e l'Italia va in lockdown. Nell'estate del 2020 le cronache riportano alcune dichiarazioni dell'architetto Zevi, ottimista sulla procedura amministrativa e sulle osservazioni dei vigili del fuoco. Alla metà di settembre del 2021, infine, viene avviato il cantiere, con la posa della prima pietra.
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