Avrebbe fatto arrivare il fratello ed
un amico dall'Albania per uccidere il marito e vendicarsi così
di anni di maltrattamenti e violenze. Per questo è stata
arrestata con l'accusa di essere stata la mandante dell'omicidio
di Petrit Caka, il 49enne albanese trovato morto in casa lo
scorso 13 dicembre a Rocca Priora, piccolo centro dei Castelli
Romani. Il gip del Tribunale di Velletri, infatti, ha emesso
un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di
quattro persone, tutte albanesi: la moglie della vittima, il
fratello, il complice e un altro ragazzo che si sarebbe occupato
del rientro dei killer in Albania una volta compiuto l'omicidio.
Secondo quanto ricostruito dalle indagini, condotte dal
nucleo investigativo del gruppo di Frascati e coordinate dalla
Procura di Velletri, la donna - dopo anni di violenze e
maltrattamenti - avrebbe deciso lo scorso dicembre di chiamare
il fratello che, assieme ad un complice, sarebbe arrivato poi a
Fiumicino dall'Albania. Tre giorni dopo, il 13 dicembre, i due
avrebbero inscenato la rapina in casa di Caka, degenerata poi
con l'omicidio dell'uomo con coltellate sul collo e sul corpo. I
due sarebbero poi riusciti a rientrare in Albania grazie al
supporto logistico di un altro connazionale.
Sin dal principio le indagini erano state indirizzate
sull'omicidio, fatto poi confermato dagli accertamenti
successivi. I carabinieri infatti sono riusciti a ricostruire i
movimenti degli indagati nei giorni antecedenti e successivi
all'omicidio, grazie all'acquisizione di numerosi video delle
telecamere, la cui analisi ha permesso di individuare anche il
veicolo utilizzato e i tragitti percorsi. Il prosieguo delle
indagini ha poi consentito di cristallizzare il ruolo dei
singoli indagati, culminando con l'ordinanza di custodia
cautelare emessa oggi. La moglie e due dei tre albanesi sono
stati fermati in Italia, mentre il fratello della presunta
mandante dell'omicidio è ricercato con un mandato di arresto
europeo sia in Italia che in Albania.
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