"Non si può avere una sicurezza al
100 per cento sulla stabilità di tutte le alberature di Roma,
che sono comunque costantemente monitorate". Lo ha affermato in
audizione in commissione capitolina Ambiente l'ingegner Marina
Mantella, la nuova direttrice della direzione Gestione
territoriale ambientale e del verde del dipartimento Tutela
Ambientale.
"Vorrei evidenziare, non a fini giustificativi ma conoscitivi
- ha detto ancora la dirigente alla commissione presieduta da
Giammarco Palmieri - che l'attività in capo al mio dipartimento
è regolata per la sicurezza di cose e persone. Spesso però il
pericolo non è dovuto a un cattivo stato di salute o
manutenzione da parte nostra. Spesso sono le caratteristiche
statiche, il baricentro di queste alberature, e questi parametri
non ci sono, questo nel regolamento del verde non è ben
specificato. Non c'è una valutazione di questi indici di
pericolosità e quindi della priorità degli interventi".
Questi parametri, ha spiegato, sarebbero trascurabili se le
piante fossero in un bosco, dove la caduta di un ramo o di un
intero albero sarebbero 'naturali' e prive di conseguenze. "Ma
noi - ha aggiunto Mantella - stiamo in un ambiente urbano. Per
quanto con la diagnostica noi cerchiamo di ridurre al massimo il
margine di rischio, la capacità predittiva è legata alle
indagini, all'esperienza, ma sappiamo tutti che un margine di
rischio purtroppo resta". Nei casi di Piazza Venezia dello
scorso luglio, per esempio, quei pini avevano gravi problemi di
carenza dell'apparato radicale: "Ma siccome le indagini
diagnostiche non possono verificare l'apparato radicale, con una
sorta di ecografo, oltre i 10 centimetri di suolo, proprio la
condizione principale" di indagine "ci viene a mancare. In
teoria andrebbero fatti degli scavi, ma per esempio a
lungotevere non si possono fare".
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