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La prima versione della Presa di Cristo di Caravaggio si svela

La prima versione della Presa di Cristo di Caravaggio si svela

Dopo oltre 70 anni l'opera in mostra al palazzo Chigi di Ariccia

ROMA, 09 ottobre 2023, 17:23

Redazione ANSA

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Dopo oltre 70 anni si svela al pubblico un capolavoro di Caravaggio: la prima versione della famosa composizione raffigurante la Presa di Cristo, soggetto che negli anni è stato al centro di infinite polemiche dal sapore degli intrighi internazionali. L'opera si potrà finalmente ammirare al Palazzo Chigi ad Ariccia dove, dal 14 ottobre 2023 al 14 gennaio 2024, verrà messa in mostra dopo la conclusione del suo restauro e delle indagini diagnostiche svolte sul dipinto. L'opera infatti era stata esposta soltanto nel 1951 al Palazzo Reale di Milano a cura di Roberto Longhi: all'epoca, tuttavia, il dipinto si presentava sporco e con varie ridipinture, rimosse con il restauro. Le indagini svolte hanno invece evidenziato radicali cambiamenti ed estesi "pentimenti" che, assicurano i curatori, "ne avvalorano l'assoluta autografia, confermata per la sua qualità molto alta da autorevoli studiosi sin dalla sua ricomparsa nel 2003. Proprio in ragione della sua eccezionalità il quadro è stato notificato con decreto del 2004 del Ministro dei Beni Culturali come opere di particolare interesse per la Nazione". Per la prima volta sono in mostra le prestigiose provenienze: la collezione Mattei, la collezione Colonna di Stigliano e la collezione Ruffo di Calabria, per il cui tramite è pervenuta all'attuale proprietario. La Presa di Cristo della collezione Mattei, nota attraverso numerose copie e presunti originali, costituisce un vero corrispettivo a destinazione privata delle stupefacenti tele della cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi (1599-1600) e della cappella Cerasi in Santa Maria del Popolo (1600). E la mostra ripercorre la controversa storia della potente invenzione caravaggesca che ha un vertice nelle due redazioni della raccolta Ruffo di Calabria, ritrovata da Roberto Longhi nel 1943, e della Compagnia dei Gesuiti di Dublino, in deposito presso la National Gallery of Ireland dal 1993. Nessuna opera di Caravaggio ha conosciuto nelle sue redazioni principali vicende collezionistiche così travagliate, con la pubblicazione di un romanzo thriller, un rocambolesco furto e una paradossale vicenda giudiziaria.
   

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