(di Luciano Fioramonti)
"È un film scritto sulla nostra
scuola. Abbiamo prime classi di 12 bambini e anche noi
'attingiamo' dal campo rom. La nostra comunità ogni anno è
impegnata in questa lotta". La testimonianza dell'insegnante di
un istituto nel quartiere romano di Monteverde esprime uno stato
d'animo collettivo che il film 'Un mondo a parte'' di Riccardo
Milani ha portato allo scoperto. Il regista ha partecipato oggi
in un cinema della Capitale alla proiezione per 280 docenti
della sua commedia amara sullo spopolamento e sui tentativi di
salvare l'unica scuola del piccolo centro abruzzese di montagna
raccogliendo complimenti che confermano l'autenticità del
racconto. Dal film, interpretato da Virginia Raffaele e Antonio
Albanese, nasce però un movimento che la casa di produzione
Medusa e Alice nella Città vogliono promuovere, annunciando
proiezioni in tutta Italia da settembre alla fine dell'anno e
invitando a produrre video e documenti con gli studenti per
arrivare a una "lettera aperta" alle istituzioni con la
richiesta di azioni concrete.
"Sono in pensione, peccato perché avrei cominciato un bel
percorso - ha detto una docente -. Un mio collega ha fatto
domanda di trasferimento a Pescasseroli ma per scaramanzia non
ha voluto vedere il film. Ha avuto l'ok la scorsa settimana e
l'anno prossimo sarà lì", ha detto una docente richiamando la
trama della pellicola. La dirigente di una scuola per sordi ha
lanciato un appello all'inclusione che è stato subito raccolto:
"I film devono essere fruibili da tutti - ha detto - ma questo
non era sottotitolato. Curate questo aspetto, vi prego".
"Faccio il revisore di 17 scuole in Abruzzo e in ogni
istituto che ho visitato mi hanno chiesto se avessi visto Un
mondo a parte - ha commentato uno spettatore -. Avete proposto
al ministero questa proiezione? Noi revisori siamo forse
l'ultimo contatto tra il ministero e il territorio finché i
controlli non passeranno all'intelligenza artificiale". Un
insegnante di Tor Bella Monaca racconta che impiega due ore per
arrivare sul posto di lavoro: "I bambini diminuiscono e noi
precari siamo costretti a lunghi spostamenti, sempre che i
trasporti lo permettano. Il risparmio e far funzionare la scuola
sono due esigenze che non collimano".
Milani, su questo punto, ha risposto: "Non appartengo alla
maggioranza di persone che parlano male della politica. Ognuno
deve prendersi le proprie responsabilità. Da cittadino possono
dire: su alcune cose il risparmio ha effetti notevoli. Ci sono
cose come la scuola e la sanità su cui non si può risparmiare".
Il regista ha ricordato che il film descrive una realtà
durissima di un mondo della scuola che nelle grandi città e nei
piccoli centri ha perso autorevolezza. "Penso che sia il più
drammatico dei film che ho fatto. L'idea nasce dal fatto che il
mestiere dell'insegnante è fondamentale. Conosco bene quelle
zone e ho visto insegnanti fare 150-200 chilometri al giorno per
fare il loro lavoro con la consapevolezza che non è solo la
difesa di un posto, ma di una funzione appunto sempre meno
considerata. Il rischio più grave è che ci si abitui al peggio e
questo non deve succedere".
Prima del film, Milani ha voluto mostrare un filmato con i
commenti dei ragazzi e dei docenti proiettato anche
all'anteprima nazionale. "Quando la scuola è chiusa siano tutti
contenti, ma se ci dovessimo pensare seriamente è triste sapere
che una scuola chiude", osserva una ragazzina. Difendere una
scuola è importante "nonostante tutto, nonostante i presidi",
annota un ragazzo suscitando risate tra il pubblico. Un suo
compagno non usa mezzi termini: "Per salvare la mia scuola farei
di tutto".
"Un mondo a parte è diventato qualcosa di più di un film, è
un piccolo caso, un modello - hanno rimarcato i promotori di
Alice nella Città -. Voi docenti siete un tassello fondamentale.
Portandolo nelle scuole pensiamo di coinvolgervi perché arrivi
direttamente ai ragazzi. Con Medusa vogliamo creare la 'cassetta
degli attrezzi' di un movimento dal basso che possa battere un
colpo".
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