"Sono qui oggi per chiedervi di
scrivere una pagina di giustizia giusta". E' quanto ha affermato
l'avvocato Dario De Santis, legale dei familiari di Serena
Mollicone, uccisa Arce nel 2001, nell'udienza del processo
d'appello che vede imputata l'intera famiglia Mottola e i
carabinieri Francesco Suprano e Vincenzo Quatrale. Nei giorni
scorsi la procura generale ha depositato le conclusioni della
requisitoria sollecitando una condanna a 24 anni per il
maresciallo Franco Mottola, a 22 per la moglie Annamaria e il
figlio Marco. Per Quatrale chiesta l'assoluzione mentre per
Suprano il proscioglimento "per intervenuta prescrizione".
"Io rappresento anche Guglielmo, padre di Serena e ho l'onore
e l'onere di dargli voce perché la sua vita è stata spenta
prematuramente - ha aggiunto il legale -. Vi sono prove che
escludono che l'omicidio di Serena sia stato commesso in
caserma? Serena è entrata in caserma quella mattina? A queste
domande dovete rispondere. Perché se è entrata in caserma è
stata uccisa lì per due semplici ragioni: la prima è che non è
uscita viva e la seconda è che i Mottola sostengono che non sia
mai entrata. La somma di questi due elementi fa sì che sia morta
lì".
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