Una vendetta sentimentale ed un
avvertimento per mantenere il controllo del territorio: sono
questi i due moventi alla base degli attentati incendiari
compiuti nei mesi scorsi a Cassino. Ne è convinta la Procura
della Repubblica sulla base degli indizi raccolti dagli
investigatori della Squadra Mobile di Frosinone e del
Commissariato cittadino, coordinati dal vicequestore Flavio
Genovesi.
Le indagini erano in corso dalla primavera quando una potente
bomba carta era esplosa sul davanzale di un appartamento
popolare in via Vincenzo Grosso nella notte tra lunedì 6 e
martedì 7 maggio. La notte successiva c'era stata un'altra bomba
carta piazzata sopra un'auto parcheggiata in città. Il giovedì
notte poi gli attentatori avevano preso di mira la pizzeria
Arcobaleno su via Gaetano Di Biasio, nel quartiere Colosseo.
I poliziotti del questore Domenico Condello hanno individuato
un collegamento tra i primi due episodi: le due vittime avevano
frequentato la stessa donna. E lei aveva da poco troncato la sua
relazione con un uomo. Le indagini hanno puntato sull'ex della
signora ed un suo amico: dopo mesi di accertamenti e verifiche
sempre più dettagliate la Procura ha ricostruito la vicenda,
dietro la quale fa da sfondo il mercato cittadino della droga.
Gli ordigni - è il sospetto - dovevano servire a mandare un
segnale agli ambienti dello spaccio.
Ma su questo aspetto, le indagini sono ancora in corso e
nessun dettaglio trapela. Così come è in corso l'indagine sul
terzo attentato, quello alla pizzeria. La Procura ha ritenuto di
dover accelerare i tempi nel timore che potessero sparire le
prove e gli indagati. In una nota ufficiale viene spiegato che
le indagini hanno "consentito di collegare i fatti ad altri
episodi delittuosi: una serie di eventi che vedono coinvolti
gruppi avversi di personaggi residenti nel cassinate, già noti
agli uffici di polizia poiché dediti allo spaccio di sostanze
stupefacenti".
Così, in giornata sono scattati gli arresti: per due persone
di Piedimonte San Germano e Cassino. Per loro l'accusa è quella
di violazione delle norme sui materiali esplodenti e di
attentato alla sicurezza pubblica tramite esplosione di bombe.
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