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'Infarto curato con antidolorifici', morta una giovane attrice

'Infarto curato con antidolorifici', morta una giovane attrice

Il decesso a marzo. La denuncia dei familiari dopo la consulenza del medico legale

ROMA, 06 settembre 2024, 20:47

Redazione ANSA

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Una forte fitta al petto, la corsa in ospedale e le dimissioni con l'indicazione di assumere degli antidolorifici. Poi, a distanza di due giorni, il nuovo malore fatale per la giovane attrice romana Francesca Carocci, morta nel marzo scorso a soli 28 anni. I familiari hanno presentato denuncia per chiarire se ci siano responsabilità mediche dietro la drammatica vicenda. Il sospetto è che la ragazza abbia avuto una miocardite, non diagnosticata e curata con antidolorifici.

Dalla consulenza del medico legale incaricato dalla Procura di Roma, Luigi Cipolloni, emergerebbe che i risultati degli accertamenti effettuati alla ragazza necessitavano di un approfondimento. In particolare le analisi del sangue con l'alterazione degli enzimi specifici del cuore che indicavano una criticità. Sul caso ora indagano i pm di di Roma: è stato aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti. Tutto inizia il 28 febbraio quando Francesca Carocci avverte una fortissima fitta al petto, all'altezza del cuore. Ha anche la febbre. Nel pomeriggio viene trasportata in ambulanza all'Aurelia Hospital. In ospedale viene sottoposta a una serie di controlli. Qualche ora più tardi i medici la dimettono e le somministrano un antidolorifico. Francesca torna a casa ma dopo un paio di giorni la situazione precipita.

La ragazza sta di nuovo male. Questa volta le sue condizioni sono ancora più gravi. Scatta una nuova chiamata al 118. L'ambulanza a sirene spiegate corre nuovamente verso l'Aurelia Hospital, ma nel tragitto l'attrice ha un primo attacco cardiaco. Il personale sanitario riesce a rianimarla e Francesca Carocci arriva viva al pronto soccorso. Qui però subentra un secondo malore che si rivela per lei fatale. I medici tentano a lungo di rianimarla ma per la ventottenne non c'è più nulla da fare. Intanto a sei mesi dal decesso l'ospedale romano, esprimendo il "più sentito cordoglio" ai parenti dell'attrice, fornisce la sua ricostruzione dei fatti. All'accesso in pronto soccorso, il 28 febbraio, la paziente è stata sottoposta a "tutti gli esami ed accertamenti clinici, completi e approfonditi, richiesti per la sintomatologia presentata dalla paziente", sottolinea il nosocomio, assicurando che gli accertamenti, "accuratamente valutati dall'equipe di cardiologia della struttura, hanno categoricamente escluso una diagnosi di infarto miocardico acuto".

Quanto alla "presunta terapia dell'infarto con antidolorifici" l'ospedale sostiene che è stata "semplicemente confermata la stessa terapia già assunta in precedenza dalla paziente a domicilio". Terapia - sottolinea l'Aurelia Hospital - chiaramente non in grado di poter mascherare i sintomi di un eventuale infarto. Poi viene precisato che è stata la stessa struttura sanitaria, "avendo precedentemente escluso la diagnosi di infarto", a richiedere il riscontro autoptico. "Tuttavia, l'Aurelia Hospital - conclude il nosocomio - non è stata invitata allo svolgimento dell'esame autoptico e non è tuttora a conoscenza dei risultati, anche se può fin d'ora osservare come le notizie su alcune valutazioni attribuite al medico legale incaricato dalla Procura non siano assolutamente corrette". Ed è ancora forte lo sgomento tra gli amici e i colleghi della giovane attrice teatrale. "Sei stata una grande compagna di scena, una amica che avrei voluto ancora e ancora nella mia vita - si legge in un post del collega Luca Bacci - Spero sia fatta giustizia, della quale ora più che mai, abbiamo bisogno".

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