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'Tucidide. Atene contro Melo', Baricco al Romaeuropa

'Tucidide. Atene contro Melo', Baricco al Romaeuropa

L'11 settembre al Parco della Musica con i 100 Cellos di Sollima

ROMA, 07 settembre 2024, 17:22

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Alessandro Baricco torna al Romaeuropa Festival con 'Tucidide. Atene contro Melo', una produzione Holden Studios in scena l'11 settembre alle 21 nella Cavea dell'Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone. Lo scrittore, che già nel 2016 aveva incantato il pubblico del festival nella cornice del Palatino di Roma raccontando la storia di Palamede, sarà il narratore della vicenda.
    Per immergersi nelle pagine della Guerra del Peloponneso di Tucidide, Baricco incontra i 100 Cellos, ensemble di cento violoncellisti fondato da Giovanni Sollima ed Enrico Melozzi che qui li dirige. Sulla musica composta da Sollima si sviluppa il racconto dello scontro, avvenuto nel 416 a.C., tra gli ateniesi e gli abitanti dell'isola di Melo, nelle Cicladi, impersonati qui da Valeria Solarino e Stefania Rocca. Il rifiuto dei Melii di sottostare all'ultimatum di resa e conquista inviato dagli ateniesi, diede luogo a uno degli episodi più tragici della guerra: la distruzione totale della città, l'uccisione di tutti i suoi uomini, la deportazione di donne e bambini. Lo storico Tucidide finì per scrivere in quelle pagine una sorta di pièce teatrale nella quale il dibattito che tra Meli e Ateniesi offre lo spunto per una riflessione su cosa rimane della Giustizia e del Diritto quando a fronteggiarsi sono un aggressore e un aggredito, un forte e un debole, un vincitore e un vinto.
    "Nelle parole eleganti ma durissime degli ambasciatori è tramandato uno scontro che continuerà a turbare l'Occidente per secoli: come salvare il valore della Giustizia nell'esercizio della politica e della guerra", osserva Baricco, richiamando l'attualità dello spettacolo nel contesto internazionale di oggi. Per lo scrittore, però, Tucidide diventa anche occasione per portare alla luce la radice della nostra civiltà occidentale, una radice di speranza perché parliamo della "capacità di correggersi in continuazione, di pensare con forza e di ripensare, poi, con forza anche maggiore, di armare una nave dopo l'altra, e spedirle a attraversare il mondo portando il nostro instancabile tentativo di capire la realtà e noi stessi".
   

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