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Fondi Vaticano a fini privati,Cei-S.Sede rinunciano parte civile

Fondi Vaticano a fini privati,Cei-S.Sede rinunciano parte civile

In nove dal gup di Sassari per peculato e riciclaggio

SASSARI, 02 ottobre 2024, 15:27

Redazione ANSA

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La Cei e il Vaticano hanno rinunciato a costituirsi parti civili nel procedimento in corso al Tribunale di Sassari che vede imputati Antonino Becciu, fratello del cardinale Angelo Becciu, il vescovo di Ozieri, Corrado Melis, e altri sette imputati, fra cui tre clerici, accusati dalla Procura sassarese di avere agito, in concorso, per far confluire nei conti correnti della cooperativa sociale Spes, di cui è rappresentante legale Tonino Becciu, circa 2 milioni di euro dei fondi 8 per mille destinati alla diocesi di Ozieri.
    Per i nove imputati il pm Gianni Caria ha chiesto il rinvio a giudizio contestando i reati di peculato e riciclaggio.
    Stamattina si è tenuta una prima udienza davanti al gup Sergio De Luca, durante la quale gli avvocati difensori Ivano Iai, che assiste il vescovo Melis, il direttore della Caritas, don Mario Curzu, i parroci di San Francesco, don Roberto Arcadu, e di San Nicola, don Francesco Ledda, anche economo della diocesi, e Antonello Patanè, legale di Giovanna Pani, Maria Luisa Zambrano, Franco Demontis e Luca Saba, hanno sollevato delle eccezioni cui il giudice darà risposta nella prossima udienza, il 20 novembre.
    Le eccezioni della difesa riguardano i capi di imputazione, il contrasto con l'articolo 7 del concordato con lo Stato Vaticano e con l'articolo 7 della Costituzione, nonché la riconoscibilità della sentenza del tribunale vaticano del 15 dicembre 2023 con cui il cardinale Angelo Becciu è stato condannato a 5 anni e 6 mesi.
    "Il fatto che né la Santa Sede, né la Cei si siano costituite parti civili in questo procedimento, significa evidentemente che ritengono di non essere state danneggiate dalle azioni contestate agli imputati", sottolinea l'avvocato Iai al termine dell'udienza. "Il vescovo e i sacerdoti - aggiunge il difensore - vivono questa esperienza come una prova, cristianamente, ma anche come un'ingiustizia. Però, confidando nell'aiuto del Signore vanno avanti e sperano che prima o poi la vicenda si risolva con il loro completo proscioglimento dalle accuse".
   
   

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