"E' la prima volta che vengo a Villa
Maraini ed ho trovato molto entusiasmo e voglia di cambiare la
vita a chi è caduto nel dramma della droga e di tutte le altre
dipendenze patologiche. Sono fermamente convinta che non si
debbano criminalizzare gli utilizzatori di sostanze, né
tantomeno incarcerarli, perché sono persone con una malattia che
va curata in strutture come questa, non nelle carceri". Lo ha
detto la scrittrice Dacia Maraini stamani durante la sua visita
al centro antidroga Villa Maraini-Cri
Accolta dal fondatore Massimo Barra e dal presidente Gabriele
Mori - riferisce una nota -, dopo aver conosciuto la filosofia
d'intervento ed i numeri dell'azione svolta dalla Fondazione in
favore degli utilizzatori di sostanze (700 persone accolte e
supportate ogni giorno nella Capitale), ha approfondito il tema
della politica umanitaria sulle droghe che Barra propone da
quasi 50 anni.
Il giro per i 14 diversi servizi che Villa Maraini-CRI offre
h24 per 365 giorni all'anno a chiunque ne abbia bisogno, ha
visto anche momenti di confronto sia con utenti in cura, che con
gli operatori sociali ex-tossicodipendenti che hanno dato
testimonianza diretta dell'efficacia del metodo di cura.
".. per farti capire come si può cambiare la vita di una
persona pensa che tempo fa ho portato in una cella di sicurezza
al Tribunale qui di Roma, il metadone ad un tossicodipendente
incarcerato prima del processo ed ho trovato una scritta sul
muro che avevo fatto io quando, oltre 30 anni fa, mi avevano
arrestato per reati legati alla mia dipendenza da eroina" ha
detto Marcello operatore sociale del Servizio d'Emergenza della
Fondazione rivolto alla Maraini.
"Oggi un doppio piacere: aver ricevuto Dacia Maraini illustre
scrittrice, ma anche persona imparentata con la famiglia Maraini
che - ha detto Barra - ha donato le palazzine in cui si trovano
i nostri servizi di cura. In generale per noi ricevere visite è
sempre una festa, perché ci fornisce l'occasione di promuovere
la nostra filosofia di intervento, mostrando sul campo gli
effetti benefici non solo per le persone curate ma anche per le
loro famiglie e la società in generale".
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