Arriva a Roma il Grand Tour degli
Affreschi e fa tappa a Palazzo Venezia dove, grazie all'opera di
Hermes, sono state restaurate quattro opere destinate ad
abbellire il piano nobile dell'edificio rinascimentale, quando
saranno terminati i lavori di restauro del palazzo. Nell'attesa,
i 4 affreschi saranno visibili nell'ambito del progetto Depositi
in Mostra che, dal 2020, sta recuperando opere custodite nei
meandri del palazzo romano per farle vedere ai visitatori.
Quando torneranno agibili i saloni della dimora che fu di
papi e ambasciatori saranno stati svelati anche l'autore degli
affreschi, la loro provenienza e la loro rappresentazione
iconografica: tutti aspetti su cui stanno lavorando ora gli
storici dell'arte. Dei quattro affreschi, infatti, si sa poco:
sono stati recuperati dal deposito dopo che erano stati
staccati, forse a fine '800, dalle pareti di una villa,
probabilmente un edificio che si trovava lungo il Tevere ed
abbattuto quando sono stati realizzati gli argini del fiume con
la costruzione dei muraglioni. Staccati dal muro, gli affreschi
erano poi stati ricomposti su alcune tele ad inizio del '900,
cosa che con il passare del tempo aveva gravemente compromesso
lo stato della loro conservazione. A cui, ora, ha invece posto
rimedio l'intervento di Hermes Italia che ha finanziato il
restauro nell'ambito di un ampio progetto che ha già coinvolto
varie città italiane, da Padova e Napoli e Bologna con ben due
tappe a Roma, la prima nel 2023 quando era stato restaurato un
affresco all'ingresso della chiesa di Santa Francesca Romana.
"Con il Grand Tour degli affreschi vogliamo stimolare la
coscienza di essere parte di un'economia della bellezza" spiega
Francesca di Carrobio, amministratrice delegata di Hermès Italia
e Grecia.
Proprio il restauro di questi affreschi, compiuti da
un'equipe diretta da Luca Pantone, servirà anche a svelare
l'autore delle opere e la loro storia, portando a compimento "un
intervento virtuoso di tutela e valorizzazione" delle opere,
sottolinea la direttrice del ViVe, Edith Gabrielli che rinvia al
risultato scientifico del lavoro degli storici dell'arte che
sono all'opera: "le opere potrebbero essere della metà del 500 e
i soggetti rappresentati potrebbero essere Giasone e Medea, ma
anche su questo parleranno i ricercatori che sono al lavoro".
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