(di Luciano Fioramonti)
''Sono brani che hanno lasciato il
segno quando li ho incontrati. La scoperta dei vecchi dischi di
Gilda Mignonette, di un cantautore come Rufus Wainwright, o
quando sono andato la prima volta a teatro a sentire Jannacci…
sono folgorazioni quasi mistiche''. Nicola Piovani non nasconde
di essersi divertito, dopo una iniziale diffidenza, a scegliere
i 25 titoli che spaziano dal jazz di Miles David, al rock,
dalla tradizione popolare al repertorio classico, da Edith Piaff
a Claudio Monteverdi per la playlist che Musica per Roma
diffonderà per un mese negli spazi dell' Auditorium Parco della
Musica Ennio Morricone. Il maestro Premio Oscar apre così la
serie di 'scalette d' autore'' nella quale si alterneranno
artisti e personaggi legati alla Fondazione capitolina per
accompagnare i visitatori che attraversano il porticato o la
cavea della struttura progettata da Renzo Piano. La selezione è
disponibile sul canale Spotify di Musica per Roma ed è
scaricabile con un QrCode.
Allora maestro, come si sente nella nuova veste di dj? ''Mi
sono guardato bene dallo scegliere un criterio - spiega Piovani
all' ANSA - di fare una classifica o una graduatoria che si
debba preoccupare di quelli che restano fuori. E' una playlist
casuale. Sono memorie di incontri che ho avuto, è una specie di
piccola autobiografia di ascoltatore di musica. Compongo, suono,
dirigo l' orchestra ma la mia attività più forte e determinante
è quella di ascoltatore. Ho cominciato metodicamente a 13 anni e
non ho mai smesso''. Il musicista - che ha una residenza
artistica con Musica per Roma e concluderà il 2024 anno con i
tre concerti di ''Note a margine'' il 26, 28 e 31 dicembre -
confessa di essere un ascoltatore ''abbastanza onnivoro''. ''Ho
un po' di chiusura verso la musica hawaiana e l' avanguardia
musicale del secondo Novecento. La musica di Darmstadt l'ho
ascoltata tantissimo facendo finta di non rompermi le scatole
senza mai riuscirci. In definitiva, si conosce bene solo quello
che si ama. Se ti innamori di una musica la conosci, se non ti
invaghisci non puoi dire di conoscerla. Non potrò mai dire di
conoscere la musica dodecafonica pur avendola sentita e patita
tanto. Non siamo mai entrati in sintonia''. C' è un genere che
preferisce? ''La musica si può fruire in tanti modi, è l'
atteggiamento che conta. All' apice c' è la sala da concerto…
insieme, in una sala affollata per un' ora e un quarto con una
sinfonia di Mahler, in silenzio, attenti ai dettagli cercando di
viverla in profondità. Recentemente qui all' Auditorium ho
sentito la Messa in si minore di Bach. Dopo il piacere del primo
quarto d' ora si saliva di un gradino, non era più il piacere
della bella musica ma eravamo dentro in una ritualità
immateriale che aveva la bellezza degli astri, di qualcosa che
ti porta al di là di dove sei. La musica alta e la musica bassa
non sono legate del tutto ai contenuti ma all' atteggiamento
verso l' ascolto''. Misurarsi con procedure nuove le ha creato
problemi? ''No, la playlist è mezzo moderno che ci serve per
entrare nell' ascolto musicale. La tecnologia ci aiuta sempre,
dipende dall' uso che se ne fa. Ogni volta che c' è un'
invenzione tecnologica è un passo avanti per l' umanità. Io
cerco di usarla per quel che mi serve e di non farmi usare dalla
moda ma il mio primo impatto con la composizione musicale è
carta, matita e gomma. E' la partenza che mi è più adatta
dopodichè l' elaborazione, lo studio e l' approfondimento
passano per i programmi di scrittura musicale''. C'è un campo
diverso nel quale pensa di misurarsi prossimamente? ''Un anno e
mezzo fa ho scritto le musiche per un film di animazione
francese, non lo avevo mai fatto. Ora ho ricevuto una richiesta
da un chitarrista celebre di scrivergli un pezzo. Dopo due
rinvii ho accettato. Scrivere per chitarra e orchestra è
complicato. Una volta chiesi a Enno Morricone: Come si fa, hai
un segreto? Lui mi ha risposto di sì rivelandomelo all'
orecchio''. E lei che ora fa, se lo tiene stretto? ''E' un
segreto! Era un trucco artigianale, anche di bassa lega ma
funziona benissimo''.
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